venerdì 31 dicembre 2010

WEB 2.0 -> 3.0

Ci sono in giro due film che raccontano progetti di successo avviati in Internet negli ultimi anni: The Social Network è la storia di Mark Zuckerberg, inventore di Facebook; Wikirebels è la storia di Julian Assange, inventore di WikiLeaks.
Ora, tra uno che - per ripicca verso la sua ex - crea un sito per far votare ai compagni di campus la ragazza più figa di Harvard, e un hacker con le contropalle che rivela le nefandezze compiute dagli americani in Iraq, è facile decidere quale sia la genesi più interessante. E, di conseguenza, il portale più utile.
Eppure il faccione di Zuckerberg campeggia sulla prima pagina del numero Person of the Year di Time. Cosa che la dice lunga sulla piega che sta prendendo il mondo.

Dal punto di vista informatico, nessuno di questi due fenomeni mediatici ha inventato niente: prima di Facebook c'era MySpace (creato da Anderson e DeWolfe), e il sistema Wiki su cui si basano Wikipedia, Wikileaks e qualche altro migliaio di siti, l'ha inventato Ward Cunningam. Forse Zuckerberg e Assange hanno fatto un uso inedito e (almeno in un caso) utile di questi strumenti.

Per fortuna, dopo la moda di comparire in quanti più social network ed esibire quanti più amici era possibile, è venuta la moda di scomparire del tutto. Per questo hanno inventato la Web 2.0 Suicide Machine, che in un colpo solo cancella il profilo da Facebook, Twitter, MySpace e LinkedIn. La lettera di diffida che hanno già ricevuto da Facebook è la prova migliore che il servizio funziona per davvero.
Gli slogan che passano nella home page sono fantastici:

"Tutta quella gente di cui in realtà non ti frega un granché!"
"Digli addio con dignità!"
"Vuoi incotrare di nuovo i tuoi vicini reali?"
"Torna alla vita reale, sbarazzati dei guardoni!"

Ho già detto in altre occasioni che non mi schifano tutti i social media: Anobii, ad esempio, mi piace e lo curo. Sarà che non ha la pretesa di creare o rinsaldare rapporti di amicizia (o presunti tali), ma di far conoscere libri.

Sono già partiti da un pezzo i ragionamenti sul Web 3.0 e devo dire che sono molto intriganti. Mi piacerebbe contribuire al dibattito: ho un'ideuzza per un "social network" filosofico (lo metto tra virgolette perché non è proprio il termine più appropriato a quello che ho in mente) che non assomiglia a niente di quanto fatto finora. Ma, come già successo per Aelia Laelia Crispis, ahimè non ho nessuna voglia di tradurlo in pratica. Neanche di provarci.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Penso che ci vorrebbe piuttosto un bel progetto di Realtà 3.0 (la 2.0 c'è già ed è la  realtà aumentata... che ridere!) Anche per quello avrei un'ideuzza...

domenica 5 dicembre 2010

GUARDARSI FUORI


Quando ci si interroga sul “Conosci te stesso” è facile cedere all’introspezione: quel guardarsi dentro autoreferenziale, strabico, capace di rivelare solo in parte la verità. E’ un ambito già ampiamente scandagliato dalle psicoterapie, ma persino certa scienza oggi riconosce che la coscienza non è tutta dentro di noi. Sempre che di "dentro" si possa parlare.


 


Dovremmo invece conciliare le apparenti diversità che ci si presentano a contatto con il mondo. Per riconoscermi devo guardarmi allo specchio. Ho bisogno di trovarmi negli altri e nelle cose. Non di qualcuno che mi aiuti a mettere insieme e interpretare i pezzi, gli eventi del passato, i comportamenti, bensì di azioni, rapporti che possano costituire la mia stessa identità, la possano integrare di nuovi elementi in armonia con quelli che già ci sono.


Occorre sacrificare l’io psicologicamente inteso in favore di un io allargato: la mia individualità non finisce con quello che per convenzione chiamo “me stesso” e credo di dover delimitare rispetto al resto del mondo. Io sono determinato innanzitutto da una rete di relazioni, quindi contemporaneamente soggetto e oggetto. Se questa presa di coscienza significa trascendere il sé, allora il ragionare filosofico dialettico permette di raggiungere questa trascendenza.


 


Il motto del tempio di Delfi non perde affatto di significato: ne acquista uno nuovo, specie se considerato nella sua interezza: “Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli dei”. Anche se, per calzare meglio con quanto ho detto prima, andrebbe ribaltato: “Uomo, conosci l’Universo e conoscerai te stesso”.


 


Non è facile ESSERE filosofi e mettere in pratica questi propositi. Per ora ho capito solo che, per conoscersi meglio, occorre guardarsi fuori.

mercoledì 17 novembre 2010

In memoria di Ernst von Glasersfeld

Venerdì 12 novembre è morto a Leverett negli USA Ernst von Glasersfeld, filosofo tedesco e padre del costruttivismo radicale, un approccio antirealista e non convenzionale alla conoscenza.
E' stato uno dei più importanti epistemologi del nostro tempo.

mercoledì 10 novembre 2010

"UN'OASI DI ORRORE IN UN DESERTO DI NOIA"

Ci sono un italiano, un francese, uno spagnolo e una inglese che organizzano convegni su uno scrittore tedesco dall'improbabile nome di Benno von Arcimboldi. Inizia come una barzelletta la discesa agli inferi che passa per un oscuro portale aperto al confine tra Messico e Stati Uniti, quella città di Santa Teresa che nella realtà si chiama Ciudad Juarez ed è stata per davvero il teatro dei delitti che si raccontano in 2666 di Roberto Bolano. Un tomo di 960 pagine diviso in cinque parti, cinque romanzi autonomi collegati tra loro da personaggi e luoghi ricorrenti, un fiume di parole senza sbavature, che non stanca. Mai messi tanti segnalini in un libro per ritrovare le perle sparse qua e là nel testo.

Per me la conferma definitiva che si tratta di un capolavoro è arrivata a pagina 464 con l'apparizione di Florita Almada, una guaritrice visionaria molto umile e consapevole dei suoi limiti.  Nulla a che vedere con i critici pusillanimi della prima parte o con l'insipido Amalfitano della seconda. Alla fine ho pensato che tutto il libro non fosse altro che il resoconto delle sue tremende visioni.

Non mancano gli esercizi di stile: la genealogia di Lalo Cura sembra uscita da Cent'anni di solitudine; da pagina 30 non c'è un punto che uno per cinque facciate; quasi sempre i discorsi diretti sono mischiati a quelli indiretti senza soluzione di continuità, senza virgolette o trattini o corsivo, niente.

Di certo non ho mai letto niente di simile alla Parte dei Delitti. Centinaia e centinaia di ritrovamenti di donne trucidate, violentate, descritti uno per uno mentre la polizia brancola nel buio. Tanto buio. E in mezzo ai casi irrisolti ce ne sono altri che non c'entrano niente con gli omicidi seriali e si concludono presto con l'arresto del marito o di un amante; ci sono le vicende di un profanatore di chiese soprannominato il Penitente; le miserie e i vizi dei poliziotti che indagano; e, appunto, la storia di Florita Almada.
Il mistero da risolvere non è dentro al romanzo, è il romanzo stesso. Ci sono indizi sparsi qua e là, come nel discorso diviso in cinque di Barry Seaman nella Parte di Fate, nella storia di Ansky o nelle considerazioni del vecchio proprietario della macchina da scrivere nella Parte di Arcimboldi.

Bolano poi è un maestro nell'arte di piazzare il particolare decisivo e chiarificatore 30 pagine dopo la scena in cui sarebbe stato utile conoscerlo. Per questo una lettura sola non basta. Magari dovrei rileggere le cinque parti in ordine sparso come consigliava l'autore. Per ora non ci ho trovato nessuna morale (neanche quella dell'orrore dei lager nazisti accostato all'orrore degli omicidi di Santa Teresa), solo una lunga, impietosa e veritiera digressione sulla scrittura e gli scrittori.

N.B.: il titolo di questo post è la citazione di Baudelaire che apre il romanzo.

venerdì 15 ottobre 2010

RIFLESSIONI INEDITE SUL DOPPIO

La consapevolezza di non essere un soggetto separato dalle cose fa strani scherzi. Vivo tra due specchi: davanti e dietro di me infinite riproduzioni che più si allontanano e meno mi somigliano, tanto che da un certo punto in poi mi sembrano gatti, tavoli, sedie, case, fabbriche, nuvole, la storia, la produzione industriale della Francia, i minatori cileni tirati fuori dal buco. Invece sono sempre io. E siccome la stessa cosa può dirla un altro, nessuno può dichiararsi a ragione "io" (ripasso: come si supera il solipsismo da destra? "non esisti solo tu perché non esisti neanche tu").

Dicevo degli scherzi: il primo è quello della competenza media di cui ho già scritto. Un'altra conseguenza di sapersi al contempo soggetto e oggetto è che si viene confusi con altri.


Primo episodio al bar-tabacchi vicino a casa:

Uelà, come sta il tuo compare?

Il mio compare chi?

Il Tasso, come sta?

Non so chi sia

Non sei l'amico del Tasso?

No

Oh, sei il suo sosia!





Secondo episodio al bar-tabacchi, con lo stesso commesso:

Uè grande, vai con la sfida! Vuoi le palline per il biliardino?

No, un pacchetto di Camel Light

Non sei l'amico del Tasso?

No

Oh, siete uguali!



Terzo episodio. Ieri, mentre andavo a lavorare, a pochi metri dalla meta un furgone cassonato che veniva in senso opposto mi lampeggia e rallenta. Penso che voglia delle indicazioni, ci affianchiamo e abbassiamo i finestrini.

Come stai?

In che senso?

Non mi hai riconosciuto...

No

Sono Paolo, il figlio di Giancarlo
   
Guarda che forse mi hai scambiato per qualcun altro

Non sei Giacomo?

No

Ah, scusa, allora hai un sosia, ciao, scusa eh, VROOOMMMMM




Che la propria visione del mondo cambi il modo di rapportarsi agli altri è certo. Che un concetto o una teoria o una congettura possa cambiare la realtà, è un'ipotesi tutta mia. Ma del resto anche la realtà, per quel che ne so, è un'ipotesi tutta mia. Ogni tanto ci casco ancora: ora metto la freccia a destra e sorpasso.
Ancora qualche passettino e riuscirò a capire cosa significa che "tutto ciò che desideri e vuoi diventare già ce l'hai e già lo sei". E dopo... FELICITA'!!!!

O forse è solo che l'amico del Tasso mi somiglia molto.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Penso basta revisioni, è ora di andare a lavorare.

sabato 9 ottobre 2010

MICA CAZZI /2

Spronato da un anonimo lettore sulla cui identità ho qualche sospetto, e pur mancando di ispirazione, cerco spunti nella vita reale e scrivo la puntata 2 dei consigli (in pillole) per utenti di PC.

PROBLEMA: se in un documento di Word seleziono "Invia a destinatario di posta elettronica" e poi nel messaggio aggiungo del testo, il destinatario riceve l'allegato ma il testo che ho scritto nella mail non si vede.

SOLUZIONE: perché non fai come i tuoi padri, e i padri dei tuoi padri, etc. etc (vedi qui) che PRIMA scrivevano il messaggio E POI allegavano il file dall'apposita icona a forma di graffetta?



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Mi si scuociono gli spaghetti.

giovedì 26 agosto 2010

COMPITO DELLE VACANZE

Cover di Magic Spells dei Crystal Castles, interamente realizzata con Nanostudio sull' iPod Touch.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=zqhWdvFIqLw[/youtube]

martedì 24 agosto 2010

EX-AEQUO

"Passando infine al ruolo epistemologico della coscienza, Schrödinger isolava nel principio di realtà il nucleo della difficoltà. L'oggettività è una semplificazione che introduce una separazione artificiale tra ciò che è percepito e colui che percepisce, e permette l'emergere della scienza solo a costo dell'affossamento della co-scienza: non ritroviamo l'io nella nostra immagine del mondo perchè esso è quell'immagine, ed essendo il tutto non può esservi contenuto come parte. L'impressione che la fisica moderna abbia incrinato la barriera fra soggetto e oggetto è dunque fuorviante: in realtà non c'è nulla da incrinare, perchè la barriera non esiste, e soggetto e oggetto coincidono."
Piergiorgio Odifreddi, La fisica mente


 


Secondo la meccanica dei quanti (o almeno una sua interpretazione), gli accadimenti atomici e subatomici sono direttamente collegati alla coscienza che li osserva. In assenza di tale coscienza, l'evento non si verifica.
Ecco che si pone il problema della molteplicità delle coscienze: come mai vediamo tutti la stessa realtà, se questa non esiste al di fuori delle nostre prospettive singolari?
Una possibilità è che la molteplicità sia solo apparente, e che in effetti la coscienza sia una sola. Gli induisti ci erano già arrivati qualche millennio fa.


A conferma di questa ipotesi, negli Stati Uniti è stato fatto un esperimento: a un gruppo di studio è stato sottoposto un cruciverba inedito, ed è stato segnato il tempo medio di risoluzione. La settimana successiva lo stesso cruciverba è stato pubblicato su un giornale di larga diffusione (o mandato in TV, non ricordo), quindi proposto a un secondo gruppo di cavie che non l'aveva sicuramente mai visto prima. Il secondo gruppo l'ha risolto molto più rapidamente del primo.
Ipotesi: nel momento in cui un elevato numero di persone ha completato il gioco, la conoscenza del cruciverba è stata incisa in qualche modo nel campo della coscienza collettiva, rendendolo più facile da risolvere da lì in poi.


Ora, essendo consapevole di tutto ciò, non posso che rassegnarmi all'impossibilità di emergere dalla competenza media - dico ad esempio nei concorsi di scrittura locali - e quindi finire sempre o non classificato o ex-aequo con qualcun altro. E' evidente che i vincitori non sono a conoscenza di questo vincolo, quindi non ne sono vincolati.
Ci dev'essere un paradosso in tutto questo ma, come sempre, mi sfugge.


A proposito di scrittura: in un paio di occasioni, cercando di epistemologia su Google, mi è capitato di imbattermi in Wu Ming 5: la prima volta ero a caccia di conferme sull'illusorietà dell'Io, e ho trovato un suo intervento su Carmilla on line. Poi, quando cercavo di chiarirmi le idee sul concetto di onfene, mi sono imbattuto in quest'altro.


Wu Ming 5, molla quel gruppo di riottosi new-italian-epici, recupera il tuo nome e andiamo insieme alla ricerca dell'indeterminismo quantistico nel mondo macroscopico. Oppure, se preferisci, ad abolire una volta per tutte la differenza tra soggetto e oggetto.
Se leggi questo messaggio, please send your answer to Old Pink, care of the Funny Farm.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Mantidi religiose mi infestano il giardino. Afidi crepano (spero) sulla siepe di photinia.

martedì 27 luglio 2010

SHIRLEY AND SPINOZA

Insomma mi hanno detto devi assolutamente sentire questa web radio che si chiama Shirley and Spinoza, è stranissima, allucinata, destabilizzante. Impossibile dire esattamente cosa trasmetta. Ma ATTENTO! Crea dipendenza.


L'ho fatto e sono entrato nel vortice.


Su Shirley and Spinoza passano: gatti in calore con soli di piano in sottofondo, musica pop cinese, musica pop indiana (Asha Bhosle, proprio quella di "Brimful of Asha on the 45..."), droni che introducono il Chicken Yodel, swing americano anni '50, colonne sonore delle pubblicità di quel periodo, guide agli esercizi di aerobica, gente che canta sotto la doccia, il Drone Gnome - ovvero tre ore di elettronica minimale con interventi vocali di quelli che assicurano essere veri nani, rane che gracidano vicino alla ferrovia... Il tutto variamente effettato, spezzato ("broken, bouncing mixed up radio waves from your planet") con intromissioni parlate, senza interruzioni 24/7.


Insomma, la roba più normale che trasmette sono i Residents.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
nello stereo: radio Shirley and Spinoza. Brano del momento: Rotfront, Sohase Mondd (un tango).

giovedì 8 luglio 2010

RITRATTO

"Sogno d'essere un tale che, intestardito d'esser-ci, CI PENSA.
Lasciamolo pensare."
Carmelo Bene, Quattro momenti su tutto il nulla - La conoscenza


 


Dopo tanto che scrivo questo blog, è finalmente giunto il momento di pubblicare una mia foto.


Eccomi qua:



Sono quello al centro, tra una serie di oggetti neri.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Si schiatta dal caldo.

sabato 5 giugno 2010

INFINITA GRAZIA DELLE ZIE

"Per 10 anni ho dovuto sopportare le mie zie che ai matrimoni di fratelli e cugini si avvicinavano con un sorrisetto e, dandomi una pacca sulla spalla, mi dicevano:
- Allora, sarai tu il prossimo?
Poi ho iniziato a fare lo stesso ai loro funerali e hanno smesso."
Barzelletta popolare


 


Si vede che è periodo di zie. Dopo quelle musicali, è il turno di quelle vere.


Le zie non deludono mai. Al pranzo del due giugno c'erano tutte, assieme a una nutrita schiera di cugini e cugine con annessi figli e figli dei figli.
Un pranzo come non ne facevamo da tempo: quasi tutti i parenti riuniti in una grande tavolata, nel segno delle lasagne, dei garganelli e della carne alla brace.


Come da copione, a un certo punto sono stato circondato da tre zie e interrogato sulla mia vita sentimentale. E poi giù il pistolotto su quanto è importante che mi affretti, finché ho l'età per soddisfare degnamente la partner, e su quanto i parenti siano più importanti degli amici, che quelli vanno e vengono mentre un parente è per sempre (una minaccia neanche tanto velata).
Meno male: nessuna mitologia delle zie da rivedere, tutto è andato come doveva. Ero estasiato, proiettato nel mondo iperuranio in cui dimora il concetto stesso di zia; ero parte di quella grande rappresentazione che sono i ruoli di famiglia, beato e rassicurato dall'eterno ritorno di uno sketch che pure in questi anni si è ripetuto troppo di rado.


Non sarò mai pago della grazia infinita delle zie, con il loro grembiule bianco sporco di ragù, la tinta che inganna il passare degli anni, le premure di maniera. Farò tutto il possibile per rimanere single a lungo, per replicare questa deliziosa scenetta ancora e ancora. Niente a che vedere con l'insulsaggine di certe osservazioni delle cugine, che hanno molto da imparare dalle loro madri.
Dal canto mio, spero di aver ereditato un briciolo di cotanta grazia e di saper garantire gli stessi riguardi ai miei nipoti. Finché non mi faranno zia ad honorem.


 


COSA  SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
C'è su un DVD in cui si parla di Planck, Bohr, Heisenberg e Schrodinger


 

domenica 23 maggio 2010

E' USCITO IL DISCO DI MIAZIA

MiaZia


E' uscito il disco di MiaZia!


Su etichetta Emmeciesse Music Publishing.


46 minuti (10 brani) di sana elettronica breakbeat per l'ora del tè.


Maggiori dettagli su


www.miazia.it


www.myspace.com/miazia


Si può scrivere a mia.zia(at)libero.it per acquistare il CD.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Mi ha punto una zanzara.

domenica 18 aprile 2010

MICA CAZZI

A uso e consumo di chi ha qualche problema con Windows, ecco un pratico elenco dei casi che ho brillantemente risolto al lavoro nell'ultima settimana:

1. Ho fatto dei click a caso sul desktop e ora non funziona più niente.
Soluzione: devi collegare la 220V al mouse, e il contatto dei pulsanti a due elettrodi da fissarti bene alle tempie. Smetterai molto presto di fare click a raglio.

2. Si apre la stessa finestra a ripetizione e non riesco a fermarlo.
Soluzione: sposta quel pacco di fogli che hai appoggiato sul tasto Invio.

3. Se non tocco niente per cinque minuti, lo schermo diventa tutto nero.
Soluzione: è normale, è la celebre funzione "Work non-stop": devi evitare di fermarti per più di cinque minuti.

4. Mi ricompare lo stesso identico messaggio di errore anche dopo aver spento e riacceso il computer.
Soluzione: quello è il monitor. Il computer sta sotto la scrivania.

5. Se clicco sulla "X" in alto a destra, il programma di contabilità si chiude di brutto.
Soluzione: Hai già provato a uscire e poi a rientrare? Dal mondo del lavoro, intendo.

6. Word non mette la maiuscola dopo il punto.
Soluzione: perchè non fai come i tuoi padri, e i padri dei tuoi padri, e i padri dei padri dei padri fino a sette generazioni indietro, che le maiuscole le facevano con lo SHIFT?



7. Premo CTRL + SHIFT ma non succede niente.
Soluzione: ...

8. L'applicazione tal dei tali non si apre.
Soluzione: devi fare doppio click sull'icona.

9. Cos'è un'icona?
Risposta: ...

10. Mi crei la casella di posta
massimiliano.difrancescantonio@autocarrozzeriadifrancescantonio.it?
Risposta: No.

giovedì 8 aprile 2010

TEORIA DEL SONNO (UNA FORTE EMPATIA /3)









 

Se non volete che il gatto vi cammini addosso mentre dormite, bè , decidete di dormire in piedi!
G. W. Eskow


Non esiste alcun modo che consenta di scrivere sui gatti e di essere al tempo stesso ritenuti persone sensate ed assennate.
Bruce Fogle




 


 


 


 


 


Durante il giorno il mio letto accumula, come una batteria ricaricabile, quella giusta quantità di sonno che dovrebbe poi restituirmi di notte.


Peccato che, per la forte empatia che mi lega a loro etc. etc., i miei gatti amino dormire insieme a me. Specie Pancho, che mi si appoggia a una gamba, si accoccola e fa le fusa. La quantità di sopore che spetterebbe a me incomincia a scendere, perchè - si sa - il gatto è un grande consumatore di sonno.


Visto che non vuole essere da meno, si presenta anche Lulù e si addossa al fianco opposto. Il livello di sonno che il letto è in grado di offrirmi scende ancora, decide di scartare il carico più grosso (io) e soddisfa solo i due più piccoli. E dire che è matrimoniale. Ma c'era scritto anche sull'etichetta, quando l'ho comprato: "Portata max: 1 persona + 1 gatto adulto".  Ho sforato.


Me ne resto lì, con gli occhi aperti, tutto storto e immobile, finchè non decidono di uscire, come ci si aspetta che facciano i gatti di notte. Questo non accade mai prima delle 2. Ma a quel punto il letto è ormai scarico e non c'è più verso di tirar fuori un briciolo di sonno.


 

mercoledì 7 aprile 2010

IL BUCO CON IL BUCO INTORNO

Il buco è un'ottima metafora dell'esistente: l'Io non esiste davvero (Hofstadter), il mondo non è che rappresentazione (Schopenhauer) e simulacri (Epicuro prima, Klossowski poi). Il buco, però, deve pur essere delimitato da qualcosa. Possibile che sia definito da altri buchi? Difficile da concepire, ma non è peggio dell'ipercubo o di altre entità geometriche quadridimensionali; e anche l'iperBUCO potrebbe ispirare qualche movimento pittorico d'avanguardia.


In questo consesso degli assenti ci si crede tutti presenti, ma c'è chi si crede più presente di altri e fa i suoi porci comodi. Se prendessimo tutti atto di questa vacuità, forse la vita sarebbe migliore.


Un'altra buona metafora, di cui mi arrogo la paternità fino a eventuale reclamo documentato, tira in ballo addirittura il cristianesimo: Dio si è fatto uomo perché "da lassù" non può vedere cosa succede dentro la sua creazione. La coscienza (una) è un sistema chiuso, e l'identità personale non è che un suo effetto collaterale. L'infinità dell'universo: balle. La vita dopo la morte: balle. La vita prima della morte: balle. Il dentro e il fuori: balle. La molteplicità delle coscienze finite: un'illusione. L'unica vera istanza della morte è quella che ciascuno percepisce come la propria.


Si pone la solita questione dell' uovo e della gallina: è nato prima il mondo o la coscienza? Vediamo:


E' nato prima il mondo: ce lo insegnano a scuola, è la teoria di Darwin, Stephen Hawking e di chiunque altro voglia definirsi "scienziato" nel senso moderno del termine.


E' nata prima la coscienza, ed è nata ADESSO:
Il mondo è una sua produzione. Si inventa l'Io, il soggetto e l'oggetto, una miriade di istanze di sé, e non fa che rapportarsi circolarmente a se stessa.



Letture consigliate: Roberto Casati e Achille Varzi, Buchi e altre superficialità, Garzanti Libri 2002.
Sia chiaro: io non l'ho ancora letto, ma il titolo mi ha dato un buono spunto. Sono certo che parli di tutt'altro.


 


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Mi domando: se il gobbo si accorge che gli tocchi la gobba, porta fortuna lo stesso?
"Dai, non fare così, non è niente. Non è niente."


 

lunedì 29 marzo 2010

DIRITTO DI VUOTO

 


RAIPERUNANOTTE si apre con questo parallelo (qui il video):











Mussolini:


Desiderate degli onori?
NOOOOOO!
Delle ricompense?
NOOOOOO!
La vita comoda?
NOOOOOO!
Esiste per voi l'impossibile?
NOOOOOO!



Berlusconi:


Volete che torni al governo questa sinistra che reintrodurrebbe subito l'ICI?
NOOOOOO
Volete una sinistra che raddoppierebbe le tasse sui vostri risparmi, sui BOT e sui CCT?
NOOOOOO
Volete una sinistra che metterebbe un'imposta patrimoniale su tutto, anche sugli immobili più piccoli?
NOOOOOO
Volete una sinistra che proibirebbe pure i pagamenti in contanti, al massimo li consentirebbe fino a 100 euro e questo farebbe per la felicità delle banche?
NOOOOOO
Volete lo stato di polizia tributaria che verrebbe fuori da questa situazione e che è lo stato che vuole la sinistra?
NOOOOOO
Volete che la sinistra metta ancora le mani nelle vostre tasche?
NOOOOOO
Volete le intercettazioni a tappeto su tutto e su tutti?
NOOOOOO
Cioè volete essere spiati anche a casa vostra?
NOOOOOO
Volete una sinistra che spalancherebbe le porte agli extracomunitari?
NOOOOOO
Volete una sinistra che utilizzi la giustizia a fini di lotta politica?
NOOOOOO
E ancora: volete le risse e i pollai sulle reti TV pagate con i nostri soldi?
NOOOOOO




Vi sembrano confrontabili? A me no. C'è una differenza abissale tra gli ideali (pure sbagliati) di cui parla il primo, e i biechi istinti di difesa della saccoccia su cui fa leva - con puro intento terroristico - il secondo.


E' il segno di quanto ci siamo rammolliti. Alle domande del duce, la claque di Berlusconi avrebbe risposto "SIIIIIIIIIII".
Ma ora siamo in democrazia. Ieri quella claque ha potuto esercitare il suo diritto di vUoto.


 

TOH, UN CUOCO!









 

"Il guaio vero, purtroppo, è che l'Italia è piena di berlusconiani con il paraocchi. Non vogliono sentire ragioni: tu gli ricordi Mills, All Iberian, Previti, Dell'Utri, falso in bilancio, leggi ad personam, le pressioni sulla RAI, e loro:
- Come fai a dire che è un mascalzone?
Come faccio a dirlo? Per lo stesso motivo per cui, se incontro per la strada di notte un tizio sudaticcio con in mano un coltellaccio insanguinato, la prima cosa che penso non è <Toh, un cuoco!>"


Daniele Luttazzi a RAIPERUNANOTTE, Bologna 25 marzo 2010




 


Giovedì sera ero in piazza Azzarita a sostenere RAIPERUNANOTTE. Una bellissima serata, con tanti interventi a segno: Luttazzi, Monicelli, Benigni, Dorfles, la Gabanelli. Per non citare i soliti noti, ospiti fissi della trasmissione di Santoro. Peccato solo per Morgan.


 


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Sono ancora aperti i seggi.

lunedì 15 marzo 2010

FESTA PER L'ACQUA PUBBLICA

Sabato 20 marzo a Cà Vaina (Imola) c'è la Festa per l'Acqua Pubblica, manifestazione con musica, spettacoli e reading di Colonne d'Ercole a partire dalle 15. Io presento il progetto di musica elettronica Nafs Kushi.


Letture consigliate: su comablog un bell'esempio di come parlare di un film senza averlo mai visto.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Scaldo l'acqua per la camomilla.

venerdì 12 marzo 2010

TELEBAVAGLIO, WEBOLLITORE

Se servisse ancora qualche prova del primato di Internet sulla TV, si vedano le trasmissioni di informazione politica che prosperano sui siti di alcuni quotidiani, in un momento in cui i programmi televisivi vengono censurati


Su antefatto.it, il sito de Il Fatto Quotidiano, c'è TELBAVAGLIO; su corriere.it, il sito del Corriere della Sera, c'è la prima puntata di Mentana Condicio, che purtroppo è un monologo di La Russa.


Speriamo che non se ne accorgano gli imbavagliatori, altrimenti siamo rovinati.


 

mercoledì 10 marzo 2010

AFORISMI /3 (J'ai une ame solitaire)

L'unico problema della solitudine è che c'è comunque una persona di troppo.


 


Quanto ai social network, la penso esattamente come la signora maria.



domenica 31 gennaio 2010

oscilloSCOPE /2

PHONAT – PHONAT

MofoHiFi Records, 2009

 

 

Prendere un campione, ridurlo a fettine e mescolarle variamente non è più una novità da un po’. Farlo con gusto, senza annoiare ed evitando soluzioni scontate, nel 2009 è quasi un miracolo. C’è riuscito Michele Bettuzzi, che ahinoi ha dovuto celare il suo italianissimo nome dietro uno pseudonimo commercialmente più ganzo e appetibile per il mercato anglofono. Prelevato da Firenze da quelli della giovanissima MofoHiFi e trasferito a forza a Londra, più che a imparare qualcosa, è andato a portare una ventata di aria nuova. C’è da esserne fieri.

I pezzi più facili, Set Me Free e Ghetto Burnin' con Yolanda Quartey alla voce (Massive Attack, Phantom Limb) hanno già avuto un buonisimo successo commerciale, ma non suonano meno originali degli altri.

Learn To Recycle segue alla lettera quanto dice nel titolo: prende un loop e lo declina in cinque generi diversi, cinque esercizi di stile per quasi sei minuti di canzone. Esperimento più che riuscito e meritevole di lode, che rimarrà da qui in avanti come modello da seguire.

Ancora degni di nota sono l'irresistibile twist di The Big Deal, gli sfoghi elettrici di Zombie Army e London - su cui è impraticabile tenere il tempo – e le atmosfere distese di It’s For You.

Nella biografia online di questo genio altissimo e capelluto ci dev'essere un errore: dicono sia poco più che ventenne. Se è vero, è comprensibile la preoccupazione che esprime sui fuochi artificiali spezzati nel finale di London: "My god, my mother's gotta listen to this record!”. Suona tanto come un pensiero (per non dire una minaccia) diretto alle sue madri artistiche, le generazioni di colleghi che lo hanno preceduto. Stiano in guardia: tira aria di matricidio.

 

 

 

TRACKLIST:

1. A Warm Welcome

2. Get Down My Dirty Street

3. Set Me Free

4. Ghetto Burnin'

5. Love Hits The Fan

6. Ho Visto Un Quadro Verde

7. It's For You

8. Learn To Recycle

9. The Big Deal

10. Zombie Army

11. Bad Boy

12. London

mercoledì 27 gennaio 2010

COME CAPIRE SE IL VOSTRO GATTO VUOLE UCCIDERVI

Su suggerimento di Zuppa e Martina ho fatto questo test per scoprire le vere intenzioni della mia gatta. Ecco l'esito:


Is your cat plotting to kill you?


Sono molto rincuorato: non avrei mai sperato in quel 4%.
Lo stesso test sul buon Pancho ha rivelato: "Your pet isn't a cat".


 


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Lulù mi è zompata in grembo e si lava lo culo. Fuori nevica.


 

sabato 23 gennaio 2010

Au minimum nécessAIRe

Ieri sera gli AIR all'Estragon non hanno pompato abbastanza da scatenare le danze, ma sono comunque stati un piacere per le orecchie. Tra tutti i gruppi elettronici della seconda metà degli anni '90 sono forse quelli che suonano di più. Intendo che mettono il minimo indispensabile in base e il resto lo suonano DAL VIVO, A MANO, compresi certi arpeggi piuttosto virtuosi.


Non ho riconosciuto tutta l'attrezzatura, ma quel poco basta a farmi sbavare:


- Wurlitzer 200A
- ARP Solina
- Korg MS-20 (con tanto di roadie che - durante i pezzi in cui non serviva - preparava la patch per il pezzo successivo! Lo voglio anch'io!)
- PPG Wave
- Moog Source 


 

A VOLTE RITORNANO

Rat-Man 76Leggo Rat-Man da una decina d'anni. Ultimamente la vena umoristica del buon Leo Ortolani sembrava un po' spenta. Specie dopo "Non di questo mondo", una storia troppo autoreferenziale e psicanalitica.


Poi è uscito il numero 76"Tu non voltarti mai", adesso in edicola. Un capolavoro integrale, a cominciare dall'intro in cui il Sacrilego, un supervillano, minaccia di uccidere Dio (l'ispettore Brakko ai suoi uomini: "Non sparate! Il Papa ha detto: non sparate!")
E' il primo episodio di una nuova n-logia del ratto che promette moooolto bene.
Ecco alcune perle (niente in confronto alla sequenza ininterrotta di gag dell'albo):

Jordan:
Ma, Rat-Man... Tu non puoi andare all'estero! Non sei traducibile! Nelle tue storie ci sono troppi giochi di parole!
Brakko: Io credo invece che un cambiamento d'aria gli sarà salutare!
J: Ciao!
B: Intendevo nel senso della salute, Jordan!
J: Cosa?
B: Salutare.
J: Ciao! 




Brakko: La città non ha dimenticato che un anno fa l'hai salvata dall'ombra! E il sindaco vuole commemorare l'evento facendoti inaugurare un mattatoio!
Rat-Man: Un mattatoio.
B: Già!
R: Non potevo inaugurare un asilo?
B: Ah! Ah! Ah! Ratty! Le mucche non vanno all'asilo! 




Cinzia (il trans platinato innamorato di Rat-Man): E ricordati - sniff! - ricordati che in questa città c'è una donna che ti ama!
Rat-Man: Be', poteva anche venire a salutarmi!



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
E' ora di pranzo, lo stomaco protesta.

martedì 19 gennaio 2010

oscilloSCOPE /1

oscillo~COPE è la seconda rubrica che inauguro su questo blog (la prima era Aforismi).
Sono recensioni delle ultime uscite discografiche di musica elettronica, un progetto nato per una webzine musicale e poi - ahimè - naufragato.
Se le prime suonano poco attuali è perchè erano pronte già da un po'. Si comincia con i Bloody Beetroots.


RomboramaBloody Beetroots
ROMBORAMA
Universal Music Italy, 2009
 


L'evoluzione della dance passa per Bassano del Grappa. Bob Rifo e Tommy Tea vengono da lì, e non importa se fino all'altroieri suonavano il punk elettrico: ora suonano quello elettronico e i riconoscimenti, già dopo i primi EP dei due anni scorsi, non sono mancati. A cominciare da quel Mr. Oizo ampiamente citato nelle loro It's Better a DJ on 2 Turntables e Storm.
In Romborama non c'è un attimo di tregua o quasi. La copertina di Tanino Liberatore - un privilegio riservato a Zappa e pochi altri - rende benissimo l'atmosfera del disco: venti tracce di electro house urlata, irriverente, serratissima.
Eppure si distinguono senza troppa fatica alcune sottotrame: ai pezzi più genuinamente danzerecci (WARP 1.9, Theolonius, Yeyo, It's Better a DJ on 2 Turntables) se ne alternano altri - ugualmente tirati - con cori, organi distorti e giri di archi più o meno barocchi, più o meno sintetici (Have Mercy On Us, Little Stars, House N.84, Mother) che hanno radici diverse e sembrano svolgere un discorso a parte. Si azzardano pure due escursioni nel pop: la poco convincente 2nd Streets Have No Name e una meglio riuscita Make Me Blank, con venature dark alla Depeche Mode.
Little Stars è uno dei pochi momenti distesi di tutto l'album, e sarebbe una gradevole divagazione se non fosse per quegli stucchevoli "Jingle bells" sul finale. Regna la pace anche su Mother, degna di certe chiusure dei Chemical Brothers, che sarebbe stata un'ottima outro del disco. I Love the Bloody Beetroots non tradisce la consuetudine tutta elettronica di nominarsi nei testi, ma è un pezzettino trascurabile.
Divertente in WARP 1.9 la comparsata di Steve Aoki, patron della Dim Mak che li produce all’estero. E’ la stessa etichetta dei Motor, più monotoni ma certo più coerenti dei BB. Del resto non è facile far quadrare venti pezzi, specie se alcuni suonano già datati (due anni non sono pochi per una scena che cambia al ritmo di un genere nuovo ogni stagione).
Non mancano i richiami ai Daft Punk, dalla cassa in quattro alle maschere sui volti: da robot i francesi, da Spiderman i BB. Un travestimento azzeccato, visto che durante i loro live set si zompa senza sosta.
Si dice che i BB, come è già successo ai Crookers, siano destinati a fare più carriera all'estero che in patria. Peccato che, per fare colpo dalle nostre parti, ci sia stato bisogno di Come La cantata da Marracash e non inclusa nell’edizione internazionale del disco, unico pezzo in italiano che non aiuta certo a rendere più coerente il tutto.
Insomma, le contraddizioni non mancano, si sente che Romborama è più una raccolta di quanto fatto finora che un album pensato in partenza come tale. Lascia aperte molte strade, ma una cosa è certa: questi due sanno come farti alzare dalla sedia, e per noi orfani del breakbeat è una gran buona notizia.
 
TRACKLIST:
1.Romborama
2.Have Mercy On US
3.Storm
4.Awesome
5.Cornelius
6.It’s Better a DJ on 2 Turntables
7.Talkin’ In my Sleep
8.Second Streets Have No Name
9.Butter
10. Warp 1.9
11.Fucked From Above 1985
12.Theolonius (King Voodoo)
13.Yeyo
14.Little Stars
15.Warp 7.7
16.Make me Blank
17.House N* 84
18.Mother
19.I love the Bloody Beetroots
20.Anacletus
21.Come La feat. Marracash