martedì 24 agosto 2010

EX-AEQUO

"Passando infine al ruolo epistemologico della coscienza, Schrödinger isolava nel principio di realtà il nucleo della difficoltà. L'oggettività è una semplificazione che introduce una separazione artificiale tra ciò che è percepito e colui che percepisce, e permette l'emergere della scienza solo a costo dell'affossamento della co-scienza: non ritroviamo l'io nella nostra immagine del mondo perchè esso è quell'immagine, ed essendo il tutto non può esservi contenuto come parte. L'impressione che la fisica moderna abbia incrinato la barriera fra soggetto e oggetto è dunque fuorviante: in realtà non c'è nulla da incrinare, perchè la barriera non esiste, e soggetto e oggetto coincidono."
Piergiorgio Odifreddi, La fisica mente


 


Secondo la meccanica dei quanti (o almeno una sua interpretazione), gli accadimenti atomici e subatomici sono direttamente collegati alla coscienza che li osserva. In assenza di tale coscienza, l'evento non si verifica.
Ecco che si pone il problema della molteplicità delle coscienze: come mai vediamo tutti la stessa realtà, se questa non esiste al di fuori delle nostre prospettive singolari?
Una possibilità è che la molteplicità sia solo apparente, e che in effetti la coscienza sia una sola. Gli induisti ci erano già arrivati qualche millennio fa.


A conferma di questa ipotesi, negli Stati Uniti è stato fatto un esperimento: a un gruppo di studio è stato sottoposto un cruciverba inedito, ed è stato segnato il tempo medio di risoluzione. La settimana successiva lo stesso cruciverba è stato pubblicato su un giornale di larga diffusione (o mandato in TV, non ricordo), quindi proposto a un secondo gruppo di cavie che non l'aveva sicuramente mai visto prima. Il secondo gruppo l'ha risolto molto più rapidamente del primo.
Ipotesi: nel momento in cui un elevato numero di persone ha completato il gioco, la conoscenza del cruciverba è stata incisa in qualche modo nel campo della coscienza collettiva, rendendolo più facile da risolvere da lì in poi.


Ora, essendo consapevole di tutto ciò, non posso che rassegnarmi all'impossibilità di emergere dalla competenza media - dico ad esempio nei concorsi di scrittura locali - e quindi finire sempre o non classificato o ex-aequo con qualcun altro. E' evidente che i vincitori non sono a conoscenza di questo vincolo, quindi non ne sono vincolati.
Ci dev'essere un paradosso in tutto questo ma, come sempre, mi sfugge.


A proposito di scrittura: in un paio di occasioni, cercando di epistemologia su Google, mi è capitato di imbattermi in Wu Ming 5: la prima volta ero a caccia di conferme sull'illusorietà dell'Io, e ho trovato un suo intervento su Carmilla on line. Poi, quando cercavo di chiarirmi le idee sul concetto di onfene, mi sono imbattuto in quest'altro.


Wu Ming 5, molla quel gruppo di riottosi new-italian-epici, recupera il tuo nome e andiamo insieme alla ricerca dell'indeterminismo quantistico nel mondo macroscopico. Oppure, se preferisci, ad abolire una volta per tutte la differenza tra soggetto e oggetto.
Se leggi questo messaggio, please send your answer to Old Pink, care of the Funny Farm.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Mantidi religiose mi infestano il giardino. Afidi crepano (spero) sulla siepe di photinia.

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