domenica 22 ottobre 2006

DRAGOSPIA

DragoChe bello! Oggi pomeriggio mentre guardavo i video più visitati di YouTube, ho scoperto questa meravigliosa illusione ottica: il drago che muove la testa seguendoti!

"L'illusione si genera perchè il nostro cervello interpreta erroneamente l'aspetto del drago: benchè il suo volto sia concavo il cervello lo percepirà come sporgente e si illuderà che muova la testa a seconda dei nostri movimenti. Non ci credete?
Provate da soli, vi assicuro che l'effetto dal vivo è straordinario."

Potete scaricare il drago di carta qui, comporlo e metterlo su una mensola. Le istruzioni per riuscire a vedere correttamente l'effetto recitano:

"Chiudete un occhio e fissate per alcuni secondi gli occhi del drago, poi muovetevi avanti e indietro, a destra e a sinistra, e sembrerà davvero che il drago muova la testa! Se riuscite a vederlo con un occhio solo, provate con due. L'effetto sarè ancora più strabiliante."

LINGUE DIVERSE

Stamattina mi ha svegliato un capannello di vicini che ciacolavano fuori dalla mia finestra.
Tema del giorno: i parcheggi. A casa mia non c'è posto per parcheggiare, la strada è un budello sterrato la cui proprietà si spartisce tra le case che vi si affacciano sopra. Nel mio condominio ci sono 16 appartamenti occupati, più 4 o 5 abitazioni indipendenti nelle vicinanze, e tutti parcheggiamo lungo questa stradella lunga cinquanta metri, larga cinque.

Sembra che ieri sera qualcuno abbia litigato e trattato in malo modo una vicina che aveva tutto il diritto di lamentarsi perchè le avevano parcheggiato davanti al cancello.

Ma il problema dei parcheggi è un problema talmente meschino che quasi mi disgusta parlarne.
La vera questione è che per colpa di un parcheggio ci stiamo scannando tra vicini,  quando una comunità piccola come la nostra avrebbe tutto l'interesse a essere unita. Ganzanigo non arriva a 1000 abitanti,
Giovedì mattina sono andato a parlarne con la sindaco Nara Rebecchi e con il difensore civico.

La discussione è stata articolata, ma si potrebbe riassumere così:

Diego: "Ancora un po' e ci scanniamo per un posto auto"
Sindaco: "Si, ma il vostro lotto è un comparto B.1.1."
D: "Cioè?"
S: "B.1.1 vuol dire che si tratta di un recupero, e i parcheggi non sono previsti"
D: "Si, ma io sto dicendo che questo problema crea tensione all'interno della comunità..."
S: "Ma noi abbiamo fatto quello che dovevamo fare, vede? Il piano regolatore prevede qui un parcheggio, qui un'area verde..."
D: "E quando verranno realizzati?"
S: "Beh, non è detto che vengano fatti, dipende tutto dai prorietari a cui dovremmo espropriare la terra. Se non si raggiunge un accordo economico, noi non possiamo fare nulla. Però il progetto c'è!"
D: "Allora ci lascierete nel nostro brodo con la tensione che aumenta di giorno in giorno?"
S: "Beh, si, anche perchè la stradina sterrata è tutta privata"
D: "Lo so, ma c'è qualche possibilità che diventi pubblica e la prendiate in carico voi?"
S: "Assolutamente no! Una strada per diventare pubblica deve portare da qualche parte, quella lì porta solo a casa vostra."

Insomma, io parlo di un problema di convivenza e di rapporti di vicinato allo sfacelo, e mi si risponde in termini di burocrazia e codici catastali. Ancora:

D: "Nei weekend non si sa dove mettere la macchina. Oltre alle nostre, se qualcuno ha anche un ospite..."
S: "Beh, allora in centro a Medicina cosa dovrebbero dire? Anche lì non c'è posto."
D: "Ok, ma a Ganzanigo non c'è mica il centro storico! Dove sto io è un insediamento relativamente nuovo, si poteva pianificare tutto prima di costruire!"

E' evidente che i cittadini e l'amministrazione parlano due lingue diverse. La battaglia non finisce qui.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Nello stereo: Baltimora, Tarzan Boy con il repeat

domenica 15 ottobre 2006

COPULE

"Anche il grande educatore, Arthur Schopenhauer, cui tutti devono tutto compreso il qui presente/assente, dice:
- Dio mio, c'è la morte, bisogna morire, dobbiamo morire, si deve morire, NON VOGLIO NON VOGLIO NON VOGLIO morire.
- Ma perchè?
- Perchè lascerò questo mondo.
No no no cretino, quando tu morrai non sei tu a morire. E' il tuo mondo che muore perchè fu una tua illusione, fu una tua miserabile rappresentazione."

Carmelo Bene - Quattro momenti su tutto il nulla



La frase "io sono un trentenne" esprime un'identità. La frase "io sono qui" uno stato in luogo. L'idealismo permette di trasformare il complemento di luogo in complemento oggetto: "io sono qui" non significa più che mi trovo in questo luogo, bensì che sono questo luogo. "Io sono IL qui".

Cosa succede mentre scrivo questo post:
Nello stereo: Diamanda Galas, The Divine Punishment

domenica 8 ottobre 2006

IN THE NAVY

Ho avuto un incubo.
Ero un programmatore di siti web, e un cliente mi costringeva a inserire nella sua home page frasi come questa:
"La nostra più grande aspirazione è riuscire a creare armonia fra le due anime del commercio spesso in contrasto: il cliente e il fornitore."
Ero terrorrizzato, ficcato nell'angolo più lontano della poltrona e schiacciato dalle sue parole.
"M-ma veramente..." avevo farfugliato qualcosa, subito interrotto.
"Niente ma, la nostra missione è quella di creare armonia commerciale fra i nostri interlocutori".
Il sangue mi si gelava nelle vene. Mio Dio - pensavo - questo non sta succedendo a me, non sta succedendo qui, ora.
"Anzi, scriva <la nostra MISSION>" infieriva.
Gli occhi mi stavano per schizzare fuori dalle orbite, premevo il palmo delle mani contro le palpebre chiuse perchè non succedesse. Mi sono svegliato di colpo, tutto sudato.

Poi sono andato al lavoro.




Ho compiuto trent'anni. Nessuna sensazione particolare, solo voglia di recuperare un po' di tempo perso.
Per questo sono entrato in marina. In The Navy sto proprio bene, ho imparato come si risciacquano i piatti e tante altre cose interessanti. Abbiamo guardato Le Nozze di Figaro e sono molto grato per questo, perchè non avevo mai visto un'opera lirica per intero. Spero proprio che duri.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Nello stereo: Scissor Sisters, Ta-Dah.
Medito vendetta sul cane del vicino che mi ha tenuto sveglio metà notte.