sabato 5 settembre 2009

DELLE CICALE, CI CALE

Nell'81 Heather Parisi cantava uno dei testi più incompresi e falsamente innocenti della storia dello spettacolo, che recitava profetico:
 
Delle cicale, ci cale ci cale ci cale
Della formica, invece non ci cale mica

 
che vuol dire, per inciso, "Delle cicale ci interessa. Della formica, non ce ne frega niente". Ovvero: "Di chi canta e si diverte ci interessa. Di chi lavora, ce ne frega una cippa". E poi ancora:
 
Automobili, telefoni, TV
Nella scatola del mondo, io, tu
per cui la quale, ci cale ci cale ci cale
 
Mi è sempre sembrato senza senso, finchè non ho capito che "la quale" è la TV. Berlusconi dev'essere rimasto folgorato da questi versi, e da lì in poi ha fatto quello che ha fatto.


Questa introduzione solo per dire che ieri ho visto Videocracy di Erik Gandini, il docu-film di cui le televisioni italiane hanno censurato il trailer, rendendogli così una pubblicità ancora migliore.
Mi aspettavo qualcosa di più: mostra il valore che gli italiani danno a certe figure di spettacolo che certo non lo meritano. Non c'è niente da ridere, anzi è piuttosto spaventoso. Pare che lo stesso protagonista, lo pseudo-Van Damme italiano che non riesce a sfondare nel mondo delle veline non essendo tale, si sia ravveduto dopo aver visto il film.


In realtà l'unico momento esilarante è il video di "Meno male che Silvio c'è" (che per necessità di metrica a un certo punto dice "Siamo la gente che MAI NON SI ARRENDE...", ovvero si arrende sempre). Un piccolo capolavoro del trash nostrano. Le parodie fioccano su YouTube.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Nello stereo: Peaches, che stasera è in concerto all'Estragon. Non mancherò.


 

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