tag:blogger.com,1999:blog-34780661822261131262024-03-13T07:49:54.621+01:00FilosoZiaUna(p)parentepensanteCerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.comBlogger240125tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-16059761795135306842024-03-06T22:03:00.000+01:002024-03-06T22:04:19.084+01:00Intelligenza Artificiale ²<p>Chissà se saremo ancora qui quando quelle che oggi definiamo "intelligenze artificiali" chiameranno se stesse "umanità" e inizieranno a creare delle intelligenze artificiali che superino le loro.</p><p><br /></p><p><b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:</b> la Teti mi ronfa in grembo.<br /><b>Nello stereo:</b> Too Many Zooz, <i><b>Nowhere Else to Go</b></i></p>Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-47647227893295711542016-07-15T22:00:00.000+02:002016-07-15T22:00:02.737+02:00MARTELLATA FILOSOFICACercare sollievo ai casi della vita nella filosofia serve quanto una martellata al piede quando prude il naso. Naturalmente il prurito sparisce all'istante.<br />
<br />
<i>Dottore, sono disperata! Il rapporto con mio marito sta andando in pezzi, cosa devo fare?</i><br />
<i><br /></i>
<i>Stia tranquilla, senta questa: l'esistenza non ha senso.</i><br />
<br />
<i>Grazie dottore, grazie! Sto già molto meglio.</i><br />
<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-38383530993017094432015-10-11T14:12:00.000+02:002015-10-11T14:13:13.260+02:00VIDEO DI THE SCHOOL OF LIFEAvevo perso un po' di splendidi video di <b>The School of Life</b> tradotti in italiano sul sito di Internazionale:<br />
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<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/02/27/platone-filosofia-felicita" target="_blank"><b>Platone </b>e la felicità</a><br />
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<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/03/06/aristotele-filosofia" target="_blank"><b>Aristotele </b>e l'amicizia</a><br />
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<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/03/13/epicuro-filosofia-felicita" target="_blank"><b>Epicuro </b>e la buona vita</a> ("La seconda cosa di cui spesso crediamo di avere bisogno per essere felici è un mucchio di soldi. Tendiamo a non valutare correttamente gli enormi sacrifici che ci toccano per ottenere questi soldi: la gelosia, le maldicenze, gli straordinari. Ciò che rende il nostro lavoro davvero appagante, secondo Epicuro, non è il denaro, ma ciò che proviamo quando possiamo lavorare da soli o in piccoli gruppi, come nei panifici o nelle officine navali, quando sentiamo che stiamo aiutando gli altri e, nel nostro piccolo, stiamo migliorando il mondo. Nel profondo, ciò che vogliamo davvero non sono somme enormi o prestigio. E' sentire di fare la differenza."... "Tutti decisero di vivere più semplicemente. Tutti i membri della comune avevano smesso di lavorare per qualcun altro. Una drastica riduzione dei loro redditi fu la contropartita per fare ciascuno le proprie cose: c'era chi si dedicava all'agricoltura, chi alla cucina, chi alla ceramica, chi alla scrittura." !!!!!)<br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/03/20/santo-agostino-d-ippona-filosofia" target="_blank"><b>Agostino</b> e gli uomini imperfetti</a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/03/27/friedrich-nietzsche-frasi-filosofia" target="_blank">Vivere pericolosamente secondo <b>Nietzsche</b></a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/04/03/jean-paul-sartre-filosofia-esistenzialismo" target="_blank"><b>Sartre</b> e la libertà</a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/04/10/karl-marx-alain-de-botton" target="_blank"><b>Marx </b>e la filosofia che cambia il mondo</a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/09/04/budda-rimedi-sofferenza" target="_blank">Come affrontare le sofferenze secondo <b>Budda</b></a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/09/11/lao-tsu-ansia-quiete" target="_blank">Gli insegnamenti di <b>Lao Tsu</b> e del taoismo</a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/09/18/confucio-consigli-saggezza" target="_blank"><b>Confucio </b>e la saggezza</a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/09/25/hegel-buone-idee" target="_blank"><b>Hegel </b>e le buone idee</a><br />
<br />
<a href="http://www.internazionale.it/video/2015/10/09/vita-secondo-albert-camus" target="_blank">Camus e il senso della vita</a> (!!)<br />
<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-38524686129374349662015-10-11T11:49:00.000+02:002015-10-11T11:49:06.822+02:00INSIDE OUTSul sito di MicroMega <a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/%E2%80%9Cinside-out%E2%80%9D-che-fine-ha-fatto-il-libero-arbitrio/" target="_blank">Riccardo Manzotti critica l'ultimo film Disney Pixar</a> di cui tutti parlano bene.<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-89575423943406860862015-05-31T23:13:00.000+02:002015-05-31T23:16:32.850+02:00UN FILOSOFO ITALIANO A MOUNTAIN VIEW<b>Luciano Floridi</b>, filosofo italiano professore di etica dell'informazione alla Oxford University, è l'unico filosofo cooptato da Google nel <a href="https://www.google.com/advisorycouncil/" target="_blank">comitato consultivo sul diritto all'oblio</a>.<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-76688737061366811072015-04-09T21:37:00.001+02:002015-04-12T11:37:26.641+02:00ANTIFILOSOFIA E FORMAGGITA'C'è un pezzo geniale tratto da uno spettacolo di <b>Natalino Balasso</b> (Balasciò, 2002) in cui il suo eroe - l'antifilosofo <b>Savino Pezza</b> - argomenta a modo suo contro un teoreta tedesco. Lo trascrivo di seguito. Il video originale - molto più esteso - è visibile <a href="https://www.youtube.com/watch?v=XWJzMyp3ZeY" target="_blank">qui</a>.<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Voi tutti sapete che ci fu negli anni '40 una grande polemica, una grande querelle, un grande dibattito, un grande litigio - ho già esaurito i sinonimi - tra quello che forse è il più importante teorizzatore della comunicazione - lui: il <b>Rosenzweig</b> - e un suo grande antagonista: <b>Savino Pezza</b>.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Sapete che la polemica riguardava <b>l'aneddoto del formaggio</b>, che era un esempio che il Rosenzweig citava a suffragio delle proprie teorie. Che cosa ci dice il Rosenzweig?</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Quando io vado ad acquistare un pezzo di formaggio, probabilmente avrò già nella mia testa un'idea del formaggio, un'idea che però mi sarò formato grazie a un <b>processo mnemonico</b>. Io non ho ancora mangiato quel pezzo di formaggio, ma ricorderò di averne mangiato un altro precedentemente. Però attenzione, perché tra il pezzo di formaggio che ricordo - che ho già mangiato, che c'è nella mia testa - e il pezzo di formaggio che il salumiere mi sta incartando in questo momento e che devo ancora mangiare <b>non c'è alcun nesso sostanziale</b>. Quand'anche io andassi a chiedere al salumiere di spiegarmi quale sia l'essenza del formaggio, ma non di quel singolo pezzo - badate bene - non alludo a quel pezzo di formaggio ma al formaggio in generale, alla <b>formaggità</b>... Beh, Rosenzweig afferma che a questa domanda probabilmente il salumiere non saprebbe rispondere.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Vedete, in tutto questo ragionamento l'unica cosa che rimane invariata è la parola "formaggio". E' una parola, un significante senza significato, un vestito esteriore che non vi spiega nulla dell'interiorità, dell'essenza del formaggio. E' un cappottone vuoto.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Savino Pezza inserisce una piccola variante a questo ragionamento. Egli afferma: ammettiamo che il Rosenzweig vada ad acquistare un pezzo di formaggio. Ammettiamo anche che chieda al salumiere di spiegargli quale sia l'essenza del formaggio. Non di quel singolo pezzo, bensì l'essenza del formaggio in generale, la formaggità. Ora, ammettiamo che il salumiere esca dal bancone e <b>gli sferri un calcio nei coglioni</b>.</i></blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
<i><b>Interesserà ancora</b> al Rosenzweig conoscere l'essenza del formaggio? Mangerà ancora formaggio in vita sua in seguito? E soprattutto: <b>quando riprenderà a respirare?</b> Questi sono i quesiti che l'intellettuale deve porsi secondo il Pezza!</i></blockquote>
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Natalino Balasso, 2002<br />
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Quanto all'<b>antifilosofia</b>, per saperne di più si può leggere <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Antifilosofia" target="_blank">questo lemma recente di Wikipedia</a>.</div>
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Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-35832079484020996162015-03-15T19:47:00.001+01:002015-03-16T15:02:07.466+01:00LUCIO ANNEO BERLUSCONI<br />
Oggi <a href="http://www.ilvelino.it/it/article/2015/03/11/ruby-savino-fi-stoicismo-berlusconi-e-esempio-per-tutti/17634660-3134-486c-a841-6639d5c5ba48/" target="_blank">qualcuno esalta lo <b>stoicismo </b>dell'ex cavaliere</a>, che ha atteso pazientemente di venir riconosciuto innocente per il caso Ruby. Non importa che sia stato salvato da una legge cambiata in corso d'opera e che la sentenza confermi che ha compiuto gli atti per cui era imputato. Semplicemente, quello che ha fatto <b>non è più abbastanza</b> per riconoscerlo colpevole.<br />
<br />
Ora, lo stoicismo filosofico - quello da cui deriva l'aggettivo che oggi si usa per indicare uno che tiene duro - includeva alcuni altri precetti oltre a quello di sopportare pazientemente le avversità. Ad esempio, il <b>distacco dalle cose terrene</b> e il <b>saper tenere a bada le passioni</b>. Vedete un po' se in questo senso si applica al caso di cui sopra.<br />
<br />
Del resto anche <b>Seneca </b>era stoico solo a parole: precettore di Nerone (alla faccia del pedagogo), incapace di rinunciare a lussi e piaceri della corte imperiale, usuraio, in pratica diceva <b>"fate quello che dico, non fate quello che faccio"</b>. Eppure il confronto continua a stonare...Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-18255808766187353752015-02-26T22:44:00.000+01:002015-02-26T22:48:15.619+01:00FILOSOFIA DELL'INVERNO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://thingstodo.viator.com/bologna/files/2013/11/bologna_winter-e1385501848758.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://thingstodo.viator.com/bologna/files/2013/11/bologna_winter-e1385501848758.jpg" height="240" width="320" /></a></div>
<b>David Bouchier</b>, in un intervento radiofonico trascritto <a href="http://wshu.org/post/philosophy-winter" target="_blank">qui</a>, fa il punto sugli insegnamenti che possiamo trarre dall'inverno. Ecco i punti salienti.<br />
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Innanzitutto, l'inverno ci ricorda che viviamo nel posto sbagliato: l'umanità è nata in Africa e la civiltà si è sviluppata prima sulle calde rive del Mediterraneo. I nostri corpi e i nostri cervelli non sono fatti per funzionare al gelo. Lo sanno bene i <b>gatti </b>di casa, che nelle fredde mattine di febbraio si limitano a scrutare fuori dalla finestra prima di tornarsene a letto. Cosa che dovremmo fare anche noi.<br />
<br />
Nel nostro emisfero, l'inverno è associato al <b>nord</b>, e storicamente da nord arrivano le <b>orde barbariche</b>. Le bussole puntano a nord per segnalarci la via da seguire: quella verso sud. <b>Omero </b>racconta di come l'equipaggio di Ulisse, una volta raggiunto il paese caldo e confortevole dei <b>Lotofagi</b>, non volesse più riprendere la rotta verso nord. La sapevano lunga, loro.<br />
<br />
Nel medioevo si pensava che il male arrivasse da nord, e le parti più cruente dell'Inferno di <b>Dante </b>non si svolgono tra le fiamme, bensì nel ghiaccio. L'inferno è un lago eternamente ghiacciato.<br />
<br />
Il <b>linguaggio </b>tradisce il nostro sentire profondo: "raffreddarsi" significa diventare indifferenti alle emozioni; le persone frigide non sono amichevoli; raggelarsi è un po' come morire.<br />
<br />
Allora perché rimaniamo al freddo, ora che la geografia non è più un destino? Perché ci piace. Ci piace soffrire come i membri del <b>Coney Island Polar Bear Club</b>, che tutte le domeniche si tuffano nell'oceano gelido. In pratica siamo <b>masochisti</b>: vogliamo essere disciplinati, e l'inverno è disciplina. La regola principale è che<b> nessuno deve sentirsi a proprio agio</b>. I ricconi se ne vanno a Bora Bora o a Dubai, mentre noi ce ne stiamo qui, miserabili, virtuosi e freddi. Siamo coraggiosi e in gamba come i pinguini dell'Antartide. Se ci riescono loro, possiamo farlo anche noi.<br />
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Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-38702881372846893092015-02-21T18:30:00.000+01:002015-02-21T18:30:00.643+01:00BENEFICI DELL'IMMOBILITA'<b>Pico Iyer</b>, saggista e romanziere indiano, dopo una vita passata a viaggiare, ha scoperto i benefici del fermarsi. Tra i modelli filosofici di riferimento, ovviamente, gli <b>stoici</b>.<br />
<br />
<a href="http://www.europinione.it/la-filosofia-dellimmobilita/" target="_blank">Ginevra Montanari ne parla su europinione.it</a>.<br />
<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-23666811343725885262015-02-21T11:22:00.000+01:002015-02-21T11:53:24.580+01:00CINQUE COSE CHE RENDONO LE PERSONE POCO SAGGE<b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Alain_de_Botton" target="_blank">Alain de Botton</a>, </b>in una breve animazione tradotta e pubblicata da internazionale.it, spiega perché è importante filosofare.<br />
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Guardatelo <a href="http://intern.az/1m15" target="_blank">qui</a>.Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-30784934723912547482015-02-20T22:08:00.001+01:002015-02-20T22:24:17.002+01:00OLIVER SACKS MALATO TERMINALE<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.worldsciencefestival.com/wp-content/uploads/2012/12/askoliversacks.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.worldsciencefestival.com/wp-content/uploads/2012/12/askoliversacks.jpg" height="197" width="320" /></a></div>
<b>Giacomo Rizzolatti</b> diceva di recente che <a href="http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2015/2/14/SCUOLA-Rizzolatti-la-filosofia-E-molto-piu-precisa-della-scienza-/582339/" target="_blank">la neurologia è la scienza più vicina alla filosofia</a>. Infatti ho sempre pensato che i libri di <b>Oliver Sacks</b> dicessero della "realtà", della percezione e della <b>coscienza </b>molto più di certi testi filosofici propriamente detti.<br />
<br />
Ieri <a href="http://www.nytimes.com/2015/02/19/opinion/oliver-sacks-on-learning-he-has-terminal-cancer.html?_r=0" target="_blank">Sacks ha annunciato sul New York Times</a> di avere un cancro al fegato in fase terminale, citando queste parole di David Hume:<br />
<br />
<blockquote class="tr_bq">
Adesso conto su una rapida dissoluzione. Ho sofferto pochissimo a causa del mio male; e, quel che è più strano, nonostante il notevole declino fisico, il mio stato d’animo non ha subito un minuto solo di abbattimento; se anzi dovessi indicare quale periodo della mia vita preferirei rivivere, sarei tentato di scegliere proprio quest’ultimo. Ho ancora lo stesso ardore per lo studio, e la stessa gaiezza in compagnia.</blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
... </blockquote>
<blockquote class="tr_bq">
Sono [...] un uomo di carattere mite, padrone del proprio temperamento, di umore aperto, socievole e brioso, capace di amicizia e ben poco capace d’inimicizia, estremamente moderato in tutte le passioni.</blockquote>
<div style="text-align: right;">
David Hume, <i>La mia vita</i>, 1776 </div>
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Oliver Sacks ha raccontato con piglio da romanziere le patologie più assurde del cervello, mostrando con semplicità e passione quanto sia facile perdere la sintonia con quella che per la maggior parte dei viventi è la <b>normalità</b>.</div>
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Fortunatamente continuerà a parlarci ancora per un po', visto che annuncia la sua autobiografia in uscita in primavera, e di aver quasi completato diversi altri libri.</div>
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Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-89937377736789381212015-02-20T21:28:00.001+01:002015-02-20T22:10:54.884+01:00CAMBIO DI ROTTAA quasi dieci anni dall'apertura di questo blog, ho deciso di dargli un taglio diverso, meno personale e più orientato all'attualità.<br />
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Vorrei scrivere post più frequenti, segnalare gli aspetti filosofici delle notizie di cronaca, sulla scia di altri blog inglesi come <a href="http://leiterreports.typepad.com/blog/" target="_blank">Leiter Reports</a> o <a href="http://blog.talkingphilosophy.com/" target="_blank">Talking Philosophy</a>. Vorrei insomma che diventasse un bollettino - in italiano - delle apparizioni della filosofia nel presente.<br />
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Proviamo e vediamo che succede.Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-30707095441600285762014-11-15T19:43:00.002+01:002014-11-26T18:06:58.699+01:00SULL'OTTIMISMO (PETER WESSEL ZAPFFE /1)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<a href="http://www.ub.uit.no/utstilling/til/litteratur/9-portrett-zapffe.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.ub.uit.no/utstilling/til/litteratur/9-portrett-zapffe.jpg" height="320" width="229" /></a></div>
Non avesse altri pregi notevoli, ricorderei comunque <b>True Detective</b> come la serie TV che mi ha fatto conoscere <b><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_Ligotti" target="_blank">Thomas Ligotti</a></b> e di conseguenza <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Peter_Wessel_Zapffe" target="_blank">Peter Wessel Zapffe</a></b>. Del primo, vivente, forse Il Saggiatore pubblicherà alcuni libri in Italia. Del secondo, già passato a miglior vita, non esiste uno straccio di traduzione in italiano, ed è anche dura trovare testi in inglese. Vorrei tradurre alla meno peggio su queste pagine i rari stralci che si trovano in Internet.<br />
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Inizio con una favoletta, guardacaso sui gatti (quest'uomo mi sta già simpatico). Cioè, sugli uomini ma in forma di gatti. Premetto solo che, rispetto a Zapffe, <b>Schopenhauer </b>era ottimista e filantropo.<br />
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Peter Wessel Zapffe<br />
<b>Favola Animale</b> (estratta da "Sul tragico", Oslo 1941)<br />
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C'era una volta una nave che trasportava gatti - molti gatti di tutti i tipi - a una esposizione mondiale alle Hawaii. Durante il viaggio la nave affondò portandosi dietro gli uomini e i topi, mentre i gatti, aggrappati a materassi e altre cose strane, giunsero alla deriva su un'isola deserta. Non c'era vita su quest'isola, tranne alcuni coleotteri vivaci e irresistibilmente divertenti ma purtroppo non commestibili. Così, a prima vista, sembravano tutti condannati a una morte miserabile.<br />
<br />
Poi scoprirono che la morbida argilla lungo la spiaggia traboccava di grasse e deliziose conchiglie, facilmente violabili con un artiglio o due. Per la maggior parte dei gatti nacque un terribile dilemma. L'unica mossa degna di loro sarebbe stata saltare come tigri sui coleotteri, l'alternativa essendo un'attività sudicia a cui nessun gatto del genere Felidae si sarebbe mai abbassato. Essi rappresentavano il Gatto com'era saltato fuori dalla mente di Dio - come uno di loro aveva imparato da mamma gatta quand'era un micetto a casa della signora Bloom - e il solo pensiero li aborriva profondamente.<br />
<br />
Ma 'gatto, schmat', come la signora a volte diceva, e naturalmente non passò molto tempo a che i primi immergessero le loro zampe in quel fango, generando presto una vera e propria corsa all'oro. Dimostrarono una tale indifferenza agli standard felini, che si trovarono piacevolmente nella rena riscaldata dal sole a rimpinzarsi e procreare - con la progenie che leccava vongole non appena svezzata. A intervalli adeguati sollevavano i loro musi sudici e guardavano di traverso gli snob a terra; il disprezzo e il ridicolo erano alterati da un odio incandescente, poiché la vista di quei gatti lontani ricordava loro di aver tradito il prezioso patrimonio di famiglia.<br />
<br />
<b>L'ottimismo </b>diventò un modo prezioso per smorzare la consapevolezza della loro colpa e inferiorità. In poco tempo, dovettero estendere le loro difese; chiamarono "nevrotici" e "psicotici" i gatti a terra - parole difficili, ma stimolanti per la colonia infangata. Infine, un analista fu inviato dalla spiaggia; trovò resistenza alla riabilitazione e diagnosticò a quei gatti la paura dell'acqua. I plebei erano in trionfo, ma anche gli altri si convinsero della spiegazione e confermarono le loro ipotesi, sapendo bene dove volevano andare a parare.<br />
<br />
Per contro, i gatti rapaci diventarono pessimisti. Non a causa di certi gravami a cui gli altri davano peso - lesioni e fame, soffocamento e freddo - ma per essersi trovati in <b>un mondo privo di parole adeguate per la sacra formula nei loro cuori</b>. Come riconoscimento di questo fatto limitarono la riproduzione, poiché il futuro appariva loro sempre più oscuro ogni giorno che passava.<br />
<br />
Tra di essi sorsero profeti a insegnare l'arte della speranza: "In un tempo lontano arrivammo qui da una terra dove gli oggetti del nostro nobile scopo potevano essere mangiati e digeriti. Eppure molti di noi erano indolenti, trascuravano di esercitare agilità e forza, ed è per questo che la nave è affondata. Ora la morte attende i fedeli, ma dopo la morte una nuova nave verrà per quelli che non si sono piegati. E poi tutti coloro che vivevano nel peccato periranno, e nessuna nave verrà a liberarli."<br />
<br />
Ma la fame lacerava le loro viscere, piagnucolavano in molte tonalità e dicevano: "Zwei Seelen Wohnen, ach, in unserer Brust" (<b>"Due anime vivono, ahimé, nei nostri petti!"</b> n.d.t.) Qualcun altro tradì e andò tra il volgo e si saziò, mentre altri si convertirono alla parola del profeta e tornarono a terra e purificarono il loro pelo e si prepararono per la grande partenza. I più fieri formarono una confraternita, dichiarando pubblicamente che è dovere di ogni gatto onesto morire prima di vendere la propria anima per un piatto di vongole. E quando il leader sentì venir meno i suoi poteri, si distese su un ceppo ad attendere ciò che gli umani chiamano una morte tragico-eroica. Molti lo venerarono come un santo e seguirono il suo esempio, poiché non potevano dimettersi utilmente; quelli rimasero fedeli ai più alti ideali di felinità pur avendoli visti solo attraverso le parole consolatorie del profeta, e combatterono la disperazione nei loro cuori.<br />
<br />
Eppure, la maggioranza in entrambi i campi diventò schiava del <b>dubbio eterno</b>, dividendo il tempo tra il disagio dovuto alla sazietà e i desideri divoratori dovuti all'astinenza. <b>Fu naturalmente un sollievo essersi sbarazzati degli aristocratici</b>, ma il nuovo proposito di mescolarsi ai granchi alla fine si rivelò irrealizzabile.<br />
<br />
<br />
<b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST</b><br />
<b>Nello stereo:</b> Sia, <b><i>Chandelier </i></b>con il repeat. Madò che bella canzone!<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-77539080415850949312014-08-31T23:26:00.000+02:002014-09-01T11:02:31.571+02:00TERAPIA DEL VEDANTAOggi sappiamo che l'umore dipende in buona parte dalla chimica dell'organismo. Allora <b>come si può prendere sul serio il malumore?</b><br />
<br />
E' il solito problema:<b> la ragione </b>può avere la meglio sulle <b>emozioni</b>? Certo che sì, gli esempi non mancano; ma anche i controesempi non mancano. A volte vince l'una, a volte vincono le altre.<br />
<br />
A me basta leggere poche righe dell'<b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Ashtavakra_Gita" target="_blank">Ashtavakra Gita</a></b> per tornare sereno. Ha lo stesso effetto di <a href="http://www.bioradar.net/bionews/alimenti-del-buon-umore-serotonina-a-go-go/" target="_blank">una porzione di insalata e una banana</a>.<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-15844103921926700762014-06-22T19:18:00.006+02:002014-06-22T19:51:53.190+02:00FILOSOFIA E PATOLOGIA<h2>
UNA METAFORA</h2>
So che non dovrei occuparmene, che sul problema della <b>conoscenza </b>aveva già detto qualcosa di definitivo Socrate più di 2000 anni fa (non è possibile, punto), che le uniche cose su cui ci possiamo interrogare sono le credenze delle persone, i loro desideri, i concetti che strutturano a partire da credenze e desideri. Ovvero, ciò che va dall'uomo in giù, ciò che egli produce e non ciò da cui proviene. Però non riesco a non interrogarmi sull'essenza della <b>realtà</b>.<br />
<br />
Tutta colpa di <b>Erwin Schrodinger</b>, che oltre a essere stato un fisico quantistico, ha scritto anche di filosofia con un occhio all'<b>induismo</b>. Una volta ha prodotto una metafora stupenda, a proposito della <b>posizione dell'uomo nel mondo</b>:<br />
<b style="background-color: white; font-family: arial;"></b><br />
<span style="font-size: small;"><i>Talvolta <b>un pittore</b> pone in un suo grande quadro una figura minore in cui rappresenta se stesso. Da un lato esso è <b>l'artista che ha creato il tutto</b>; nel quadro egli è però <b>una figura accessoria</b> senza importanza, che potrebbe anche mancare senza compromettere l'effetto complessivo.</i></span><br />
<span style="font-size: small;"><br /></span>
Gli serve a spiegare un'altra affermazione, a dir poco sconvolgente (perché non ne siamo tutti sconvolti? Perché a settant'anni da quando scriveva queste cose, non sono state tratte <b>conseguenze etiche e morali</b> condivise universalmente? Eppure non era un santone cappellone indiano che gli occidentali possano liquidare come uno stravagante visionario, è stato un <b>premio nobel</b> austriaco le cui scoperte stanno alla base di buona parte della tecnologia contemporanea):<br />
<br />
<i>La ragione per cui il nostro ego senziente, intelligente e pensante è <b>introvabile </b>all'interno della nostra rappresentazione scientifica del mondo è spiegabile facilmente con otto parole:</i> <b>perché è esso stesso quella rappresentazione del mondo</b>. <i>Esso è identico col tutto e perciò non vi può essere contenuto come parte. E tuttavia: questi io coscienti sembrano essere molti, di mondi invece non ce n'è che uno.</i><br />
...<br />
<i>Colui che scambia le sue allucinazioni o le visioni dei suoi sogni con la realtà, noi lo chiamiamo <b>pazzo</b>.</i><br />
...<br />
<i>Il mondo mi è dato una sola volta, non ve n'è uno esistente e l'altro percepito. <b>Il soggetto e l'oggetto sono una sola cosa.</b> Non si può dire che la barriera tra di loro sia crollata quale risultato delle recenti esperienze</i><i>, per il semplice fatto che <b>questa barriera non esiste</b>.</i><br />
<i><b>Il mondo è dato in una sola volta.</b> Nulla è riflesso. L'immagine riflessa e quella originale sono identiche. <b>Il mondo esteso nello spazio-tempo è solo la nostra rappresentazione</b>.</i><br />
<br />
<h2>
PATOLOGIA</h2>
A fronte di tutto questo, persino <b>i deliri torinesi di Nietzsche</b> acquistano qualche significato:<br />
<br />
<i>Quello che è spiacevole e che mette alla prova la mia modestia è che <b>in fondo io sono tutti i nomi della storia</b>...</i><br />
<i><br /></i>
<i>Dopo che è risultato in maniera irrevocabile che <b>sono stato proprio io a creare il mondo</b>, anche l'amico Paul appare previsto nel piano del mondo...</i><br />
<br />
Trascinato via da Torino con l'inganno e riportato in Germania da Franz Overbeck, finirà i suoi giorni <b>catatonico </b>in una clinica per malati di mente.<br />
<br />
In conclusione mi chiedo: se vengono riconosciute come geniali e insegnate a scuola le posizioni a dir poco controintuitive di certi filosofi (si vedano anche <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/George_Berkeley#Pensiero" target="_blank">il vescovo <b>Berkeley</b></a> e il vivente <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Esternalismo#Esternalismo_fenomenico_radicale" target="_blank">Ted Honderich</a> </b>- che gli editori italiani si guardano bene dal tradurre), perché i soggetti che sembrano percepire la realtà in un modo diverso da quello della massa sono bollati come <b>malati</b>? Perché Nietzsche è stato internato e Schrodinger no? <b>Qual è il confine tra filosofia e patologia?</b><br />
<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-81174166421530660312014-04-25T19:28:00.000+02:002014-09-01T11:11:45.125+02:00SCHADENFREUDE? (GRAZIE HAIM)<i>Mi sono imbattuto per caso in un video del programma <b>TEDx</b> di Giaffa (Israele), in cui il professor <b><a href="http://www.goodreads.com/author/show/1666230.Haim_Shapira" target="_blank">Haim Shapira</a></b> parla in termini comprensibili ed esilaranti di <b>teoria dei giochi e comportamento umano</b>. Una meraviglia. Ho voluto tradurre il contenuto del suo breve (non brevissimo) intervento per questo post, dividendolo in paragrafi. Non credo di aver violato alcun copyright. </i><i>Il video originale si trova <a href="http://www.youtube.com/watch?v=p60i_CKWZEM" target="_blank">qui</a>.</i><br />
<br />
<br />
<h3>
AL BISTROT</h3>
Immaginate la seguente situazione: vado in un bistrot, mi siedo, guardo il menu e mi accorgo che servono il mio piatto preferito: <b>filetto alla Rossini</b> <i>[in italiano nel video]</i>. Sono compresi, ascoltate, filet mignon servito su crouton con in cima una grossa fetta di foie gras guarnita di tartufo nero, e per finire vino di Madeira. Per dirla in breve: tutto ciò che serve a garantire al cardiologo una bella vita, ok?<br />
<br />
Da un lato il piatto è molto appetitoso, credetemi, ma quando guardo meglio il menu mi accorgo che <b>costa 200$</b>. Ora valuto: ordinare o non ordinare? Lo so, suona molto shakespeariano, ma manca della grandezza di Shakespeare perché la soluzione è molto semplice: tutto ciò che devo chiedere a me stesso è se il godimento a monte vale il prezzo indicato, quindi se ordinare o non ordinare non importa affatto e non ha alcuna connessione con la<b> <a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_dei_giochi" target="_blank">teoria dei giochi</a></b>, che è l'argomento di cui sto per parlarvi. La teoria dei giochi qui non c'entra nulla.<br />
<br />
Bene, consideriamo ora una situazione leggermente diversa. Vado allo stesso bistrot, ma questa volta accompagnato da nove amici, per un totale di 10 persone affamate. Prima di sederci decidiamo di <b>dividere il conto in parti uguali</b>. Ecco una situazione molto molto più interessante! La mia strategia di solito è di aspettare educatamente e vedere cosa vogliono ordinare gli altri, e capita sempre che siano molto modesti: niente! Cappuccio, cappuccino, macchiato, macchiatone, Perrier, San Pellegrino, espresso, espresso doppio, Diet Coke. Davvero umili.<br />
A questo punto vengo colpito da un'idea ingegnosa: è la mia opportunità di avventarmi su un filetto alla Rossini. Invece di pagarlo 200$, che è davvero troppo caro, ora lo posso avere per soli 20$. Suona così <b>logico, economico e semplice</b>, che chiamo il cameriere e gli dico "Filetto alla Rossini, per favore." <i>[in italiano nel video]</i><br />
<br />
Cosa ne pensate: è davvero un'idea brillante? Cosa succederà ora? I matematici si chiederebbero qual è la dinamica del gioco.<br />
Avrete già capito che la mia carissima ordinazione è una <b>dichiarazione di guerra!</b> La <b>rappresaglia </b>è inevitabile.<br />
<br />
George, che solo un minuto prima non aveva per niente fame e aveva ordinato solo un espresso doppio, sente d'un tratto i morsi allo stomaco, chiama indietro il cameriere e si fa portare un <b>pasticcio Robushon di tartufi</b>. Ma non è tutto: Alice dimentica di essere a dieta (prima aveva ordinato solo una Diet Coke), ora vuole - non ci crederete - una <b>bistecca texana grande</b>. Ormai avrete inteso la <b>deriva</b>: tutti i miei amici sembrano essere diventati grandi conoscitori di cibi prelibati e ciascuno di loro ordina qualcosa dalla lista dei piatti più costosi. Quando finiamo di mangiare e arriva il conto, <b>la spesa è di 404$ a testa</b>, ok?<br />
<br />
Capisco di aver fatto un grave errore, uno di quelli tosti. Ma la domanda interessante è: sono stato l'unico? I miei amici, che volevano solo non essere fregati e non farmi mangiare a spese loro, alla fine hanno pagato UNA FORTUNA solo per non fare la figura dei babbei, ma l'hanno fatta o no? <b>Dove sta il comportamento razionale in tutto questo?</b><br />
<br />
Potrei parlarvene a lungo, invece voglio dirvi solo che questo esempio, nella teoria dei giochi, è detto "<b><a href="http://en.wikipedia.org/wiki/Unscrupulous_diner%27s_dilemma" target="_blank">dilemma della cena</a></b>", ma avrei un nome migliore da proporre: <b>"come perdere tanti amici in un colpo solo"</b>. Scegliete il nome che preferite, ma in ogni caso questo esempio mostra un problema in cui la teoria dei giochi si applica alla perfezione.<br />
<br />
<h3>
TEORIA DEI GIOCHI - ESEMPI SPICCIOLI</h3>
<b>Possiamo definire la teoria dei giochi come il prendere decisioni in maniera interattiva</b>, nel senso che, quando sei lì lì per prendere una decisione, devi mettere in conto che non sei solo, ci sono <b>altre persone</b> e devi presupporre - meglio per te se lo fai - che sono<b> intelligenti ed egoiste quanto te</b>. Questa è la teoria dei giochi.<br />
<br />
Vi darò qualche altro esempio. Uno <b>straccivendolo </b>che deve decidere quanto rapidamente abbassare i prezzi quando contratta con i clienti. Qual è il dilemma qui? Molto semplice: abbassare i prezzi troppo rapidamente è un'indicazione che le stoffe non valgono una cicca, ok? Ma anche scendere lentamente non è un'idea molto brillante, perché i clienti - si sa - hanno poco tempo da perdere. Credetemi, esiste un <b>modello matematico</b> per calcolare esattamente la velocità con cui abbassare il prezzo, ma non credo che la maggior parte degli straccivendoli leggano libri sulla teoria dei giochi prima di andare al mercato.<br />
<br />
Un altro esempio: le <b>vendite all'asta</b>. Come progettare un'asta? Ci sono aste alla tedesca, aste Vickrey, aste all'inglese, versioni giapponesi delle aste all'inglese, non so... E' teoria dei giochi. Quali strategie adottate quando partecipate a un'asta? E' un altro vero esempio di teoria dei giochi.<br />
<br />
Vi dirò dove potete trovare un altro ottimo esempio. E' circa a un terzo - se ricordo bene - del film <b>A Beautiful Mind</b>, diretto da Ron Howard e con Russell Crowe. Sapete, molta gente pensa che Russell Crowe abbia effettivamente vinto un premio nobel per l'economia, ma lì interpretava<b> John Nash</b>. Circa a un terzo del film, dicevo, assistiamo a questa scena: John Nash e alcuni suoi compagni siedono in un bar, ricordate? Bevono soda, vino, parlano dei soliti argomenti da bar, sapete, topologie differenziali negli spazi aperti e cose simili, quando improvvisamente entrano alcune donne. Una di loro è LA BIONDA. Ron Howard non aveva molta fiduca nell'intelligenza degli spettatori, quindi la più carina è la bionda, e tutte le altre... ok, brune. Ora, tutti i compagni di John Nash dicono "Ci proveremo con la bionda", ma Nash li ferma: "E' una strategia pessima. Cosa vi aspettate che succeda? Andiamo tutti dalla bionda e ci blocchiamo a vicenda. Quindi indispettiremo le brune, e passeremo la serata molto molto molto soli." John Nash dice che la strategia migliore è di<b> ignorare la bionda</b>. Ignorarla e andare direttamente dalle brune, così spunteremo tutti un appuntamento.<br />
Gli amici lo ascoltano, lui avvicina la bionda e sapete bene cosa succede: John Nash ci prova, lei diventa la sua ragazza, e il resto è storia.<br />
<br />
Un altro esempio di teoria dei giochi: le <b>negoziazioni</b>. Tutti i tipi di negoziazione, dalle restrizioni sulla caccia alle balene agli accordi di pace, sono teoria dei giochi. Israele che valuta le opzioni per prevenire la minaccia iraniana, è di nuovo teoria dei giochi. Coca Cola che calcola se abbassare i prezzi prima di Natale o meno... Ci sono un sacco di esempi.<br />
<br />
<h3>
IL GIOCO DELL'ULTIMATUM</h3>
Vi presento un caso con qualche dettaglio in più. Voglio solo dirvi che un gioco è una radiografia matematica sulle caratteristiche davvero importanti di queste situazioni. Parliamo ora di questo gioco chiamato "<a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Gioco_dell%27ultimatum" target="_blank"><b>gioco dell'ultimatum</b></a>". Le regole sono molto semplici: supponiamo che ci siano due giocatori, <b>Archibald </b>e <b>Mortimer</b>. Archibald e Mortimer interagiscono per decidere come dividere una certa quantità di denaro, diciamo 100$. Le regole: Archibald propone una spartizione, e Mortimer può accettarla o rifiutarla; se la accetta, i soldi vengono divisi come suggerito; se la rifiuta, nessuno dei due riceve un quattrino.<br />
Se non è chiaro lo rispiego meglio: per esempio, Archibald propone di dare a Mortimer 10$. Se Mortimer ci sta, si becca 10$ mentre Archibald ne tiene 90; se rifiuta, nessuno dei due prende nulla, ok?<br />
Sembra un gioco fin troppo semplice, quasi banale. La maggior parte della gente pensa intuitivamente che la soluzione migliore sia essere equi e dividersi 50$ e 50$. Ma, se credete alla matematica, le cose non stanno così. <b>La matematica dice che Archibald darà a Mortimer solo un dollaro.</b><br />
<br />
Perché? Pensiamoci un attimo. Mortimer deve scegliere tra due alternative:<br />
1. prendersi un dollaro;<br />
2. non prendere niente.<br />
Ma sappiamo tutti che 1 è meglio di niente, quindi il modello matematico dice ad Archibald "Dagli uno straccio di dollaro e ne sarà ben felice". Lo pensate davvero? Mortimer accetterà un patto così poco equo? Ok, poniamo il caso che non sia solo un dollaro, ma anche 10 o 15. Il risultato sperimentale mostra - e qui non sono molto preciso ma questo mi risparmia un bel po' di spiegazioni - che molto spesso la gente non è per niente felice se la proposta resta sotto i 20 dollari. Di solito la rifiutano.<br />
<br />
E' abbastanza sorprendente, perché c'è un modello conosciuto con il nome di <i><b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Homo_oeconomicus" target="_blank">homo oeconomicus</a></b></i> secondo cui la gente cerca molto razionalmente di massimizzare il proprio utile. Se è così, perché qualcuno dovrebbe rifiutare 10$ e decidere di non guadagnare niente? Questo è il punto, <b>dobbiamo chiamare uno psicologo</b>, non è più questione di matematica ma di psicologia.<br />
Gli psicologi ci dicono che <b>alcune persone, forse molte, provano una grande soddisfazione nel punire i giocatori sleali</b>. "Perché mi dai solo 10$? Non è giusto." E' in ballo la dopamina. Alla gente questo comportamento non piace. Possiamo andare ancora più a fondo: forse conoscete la teoria della relatività di Einstein, ma c'è un'altra teoria della relatività scritta dal grande autore russo - forse il più grande - <b>Lev Nikolaevic Tolstoj</b>. Tolstoj spiega che <b>di solito le persone non sanno cosa vogliono, e non si chiedono se qualcosa è buono o cattivo, ma stanno sempre lì a confrontare</b>: che cos'ho io, cos'hai tu, cos'ha lui...<br />
<br />
Farò una traduzione in termini moderni della sua idea. Diciamo ad esempio che io ho una versione semplice dell'iPhone, un modello base ma UNICO. E' il primo, nessun altro ce l'ha, forse solo io e mia moglie. Quindi provo un senso di gioia eccessiva, sono l'unico con l'iPhone.<br />
Ma, se improvvisamente esce un iPhone più sofisticato del mio e tutti hanno questo nuovo modello mentre io ho solo quello base, piombo in una <b>profonda infelicità</b>. Non riesco neanche più a comporre chiamate, non so più come richiamare i numeri, va bene? Non so, non è più buono, lo butto.<br />
Tolstoj ci dice che le persone non fanno che paragonare. Non c'è buono, cattivo, povero, ricco, solo paragoni, paragoni e ancora paragoni con quello che hanno gli altri.<br />
<br />
Quindi, se questo è il metro - e non dimenticate la <b>Schadenfreude</b>, una parola tedesca inclusa persino nell'Oxford Vocabulary che sta per<b> "provare piacere per le sfortune altrui"</b> - se guardiamo da vicino questo esempio, capiremo meglio le cose. Facciamolo.<br />
<br />
Mortimer ha due scelte: prendersi 10 dollari con Archibald che se ne tiene 90, oppure rifiutare il patto lasciando entrambi con zero dollari. Ma <b>quello a cui realmente guarda Mortimer è la DIFFERENZA, non quanto potrebbe intascare</b>. Quant'è la differenza? Se Mortimer ha zero dollari, si trova esattamente nella stessa situazione di Archibald. 0 - 0 = 0, siamo pari, va benissimo, sono felice. Ma se Mortimer prende 10$ e Archibald 90$, 10 - 90 = -80, è un colpo al cuore, non lo posso permettere, non esiste!<br />
<br />
<b>Gore Vidal</b> una volta scrisse un breve corso, davvero molto breve, sulla psicologia umana. Ve lo voglio dire, è questo:<br />
<br />
<b>Non è sufficiente avere successo. Gli altri devono fallire.</b><br />
<br />
Fine del corso. E' davvero molto breve, ve l'avevo detto.<br />
<br />
Ma i motivi, come sempre, sono molto più complicati. Freud una volta disse che<b> tutto è più complicato di quello che puoi pensare, anche se pensi di aver inteso questa frase</b>. E' ancora e ancora più complicato. Ho un libro - che ci crediate o no - di 654 pagine solo su questo gioco dell'ultimatum, sui risultati, se le donne sono più generose degli uomini, se la bellezza può essere un problema, un sacco di cose diverse, inclusi gli aspetti matematici. Ma non vi parlerò di matematica. Quando lo faccio vedo che alla gente non piace anche se non capisco il perché.<br />
<br />
<h3>
LA VERSIONE SIMMETRICA DEL GIOCO DELL'ULTIMATUM</h3>
Quella che voglio raccontarvi ora è la <b>versione simmetrica</b> di questo stesso gioco, introdotta dal brillante matematico israeliano <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Robert_Aumann" target="_blank">Robert Yisrael Aumann</a></b>, premio nobel per l'economia nel 2005 per il suo lavoro pionieristico su risoluzione dei conflitti e cooperazione.<br />
La versione di Aumann è così: due persone, Tom e Boris, sono in una stanzina buia; con loro c'è un uomo molto strano con un abito nero e una valigia pure nera. Costui dice a Tom e Boris che nella valigia c'è un milione di dollari in contanti, e li darà loro senza problemi a una sola condizione: i due devono<b> negoziare la cifra</b>, e <b>se trovano un accordo</b> possono tenersi la somma. Vedete come in questo caso nessuno abbia il ruolo di proponente, nessuno quello di decisore, devono solo negoziare, ok? Una valigia con un milione di dollari in contanti che devono essere spartiti.<br />
Tom, che è molto razionale e pacifico, dice "Che gioco divertente e stupido" rivolgendosi a Boris, "E' così ovvio e semplice: io prendo metà della cifra, tu l'altra metà e ce ne usciamo da questa stanza con mezzo milione di dollari a testa." Semplice, ovvio. <b>Ma ecco arrivare la grande sorpresa.</b> Boris lo guarda e dice con voce determinata "Non so di cosa parli, non so cosa ci sia di così semplice e ovvio. La mia soluzione è un'altra e molto diversa: io voglio 900.000 dollari, ti darò 100.000 dollari, e questa è la mia ultima offerta. Prendili o vattene." Poi aggiunge "Sono del tutto pronto - DEL TUTTO PRONTO - ad andarmene senza niente, niente accordo, niente soldi, per me non è un problema."<br />
Tom è sorpreso e chiede a Boris: "Starai scherzando?" Boris gli risponde "Sono russo di Cecenia, noi non scherziamo mai, e non ho alcun senso dello humour quando si tratta di affari. E' la mia ultima offerta: 100.000 dollari a te, il resto per me, prendere o lasciare, sto per andarmene."<br />
Ora a Tom, che è molto razionale, fuma il cervello. Che fare? Si scalda così tanto che potreste bollire un pentolino d'acqua sulla sua testa. Riflette. "Se non accetto l'accordo non prendo niente, e sarebbe un peccato." Quindi decide di stringere la mano a Boris e se ne esce dalla stanza con solo 100.000 dollari e molto agitato.<br />
<br />
<h3>
PER CONCLUDERE</h3>
Potrei dirvi un sacco di cose sull'importanza della storia che vi ho appena raccontato, ma forse la più importante è che <b>a volte essere razionali quando si ha a che fare con persone irrazionali non è così razionale, ed essere irrazionali può essere molto razionale</b>. E' di nuovo un po' complicato. In ogni caso, una volta il grande poeta greco <b>Archiloco </b>disse che un discorso lungo è un grande male, quindi non farò alcun discorso lungo ma riassumerò. La sostanza è questa: <b>Abba Eban</b>, che è stato Ministro degli Esteri di Israele, ha detto una frase stupenda, cioè <b>"Gli uomini e le nazioni si comportano saggiamente una volta che hanno esaurito tutte le alternative."</b><br />
Non sono del tutto d'accordo, perché penso che <b>a volte gli uomini e le nazioni non si comportano saggiamente NEANCHE dopo aver esaurito tutte le alternative</b>.<br />
<br />
Spero che la teoria dei giochi possa insegnarci qualcosa, mostrare la via per risparmiarci tutte le alternative e andare dritti al comportamento più saggio. Grazie a tutti.<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-80614578058221731442014-03-12T23:26:00.003+01:002014-04-26T11:32:40.462+02:00SCOMBUSSOLARE L'ABITUALE (oscilloSCOPE /3)<i><b>Shaking the Habitual</b></i> è l'ultimo album dei <b>The Knife</b>, duo elettronico svedese composto da <b>Karin Dreijer Andersson</b> e da suo fratello Olof.<br />
<br />
Karin Dreijer Andersson è anche la voce affilata che canta <i>What Else Is There?</i> dei <b>Royksopp</b>, ma non è la diafana modella protagonista dell'inquietantissimo video. E' quella con la gorgiera che mangia nervosamente una mela poco oltre la metà.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<br /></div>
<div style="text-align: center;">
<iframe allowfullscreen='allowfullscreen' webkitallowfullscreen='webkitallowfullscreen' mozallowfullscreen='mozallowfullscreen' width='320' height='266' src='https://www.youtube.com/embed/ADBKdSCbmiM?feature=player_embedded' frameborder='0'></iframe></div>
<br />
<i>What else is there?</i> la conosco da tempo, mentre <i>Shaking the Habitual</i> l'ho scoperto solo adesso anche se è uscito un anno fa. La scoperta più felice è stata il messaggio che veicola. Innanzitutto il titolo, tratto da una frase di <b>Michel Foucault</b>:<br />
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<blockquote class="tr_bq">
<span style="background-color: white;"><i><span style="font-size: 16px; text-align: justify; text-indent: 37.7952766418457px;">Il lavoro di un intellettuale </span><span style="font-size: 16px; text-align: justify; text-indent: 37.7952766418457px;">non è plasmare la volontà politica degli altri; è, attraverso le analisi fatte nel proprio campo, riesaminare prove e ipotesi, <b>scuotere i modi abituali di lavorare</b> e di pensare, dissipare familiarità convenzionali, rivalutare regole e istituzioni.</span></i></span></blockquote>
The Knife portano in musica questo programma con un disco davvero strano, pieno di <b>voci distorte</b>, <b>ritmi tribali</b>, <b>brani sperimentali</b> che sfiorano i 20 minuti di durata, oltre a qualche pezzo di più facile ascolto ma che non sentiremo per radio. Insomma, un disco sicuramente insolito, di quelli che fanno gongolare i recensori più intellettualoidi; sicuramente un'opera coraggiosa (doppio CD e triplo LP), che non mi sentirei di definire un capolavoro.<br />
<br />
Il vero capolavoro è all'interno della confezione dell'LP (credo sia anche nell'edizione in CD), ed è un fumetto esteso su due grandi poster dall'irresistibile titolo "END EXTREME WEALTH":<b> PORRE FINE ALLA RICCHEZZA ESTREMA</b>.<br />
Una signorina introduce il nuovo obiettivo del millennio: appunto, porre fine alla ricchezza estrema entro il 2015. Una serie di professionisti - insegnanti, tecnici, etc. - raccontano a turno come hanno studiato il fenomeno dell'eccessivo arricchimento di alcuni a scapito dell'impoverimento di molti e come lavorano per arginarlo.<br />
La storia si conclude con un coro eterogeneo che canta "<b>Heal the rich</b>" e con il motto "<b>Make extreme wealth history</b>", l'altra faccia della medaglia del famoso "Make poverty history" tanto caro a Bob Geldof.<br />
<br />
Oggi non sono più tanti i dischi che contengono messaggi politici, nei testi o nelle note di copertina. Questo merita di essere segnalato.Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-50670387182597834642014-02-02T11:43:00.003+01:002014-02-06T17:16:37.540+01:00GENESI DEL SOGNO DI UN PAZZO<br />
<h3>
RECENSIONE DEL LIBRO<br />"PERCHE' IL MONDO ESISTE? Una detective story filosofica" di Jim Holt</h3>
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Di fronte alla domanda "Perché esiste qualcosa anziché il nulla?" ogni altro problema impallidisce presto. La storia dell'uomo non è che un misero tentativo di lasciarsi alle spalle questo interrogativo: inventiamo problemi artificiali di cui già si conoscono le risposte pur di sopravvivere all'insopportabile impossibilità di risolvere il terribile enigma originale. Creiamo Dio, il lavoro, il denaro, il capitalismo, il commercio, la finanza, ... Tutte <b>sovrastrutture rassicuranti</b>, tutti <b>giochi</b>, ovvero gruppi di regole ai quali sottostiamo volontariamente per dare un senso - seppur effimero - alla vita. Non ci salvano dalla morte, ci tengono solo alla larga dalla pazzia e dal "vale tutto".<br />
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La domanda sul perché dell'esistenza è diventata esplicita almeno da <b>Leibniz </b>in poi. Per alcuni è priva di senso, per altri è la questione fondamentale della filosofia. Per alcuni non c'è modo di rispondere, per altri - i credenti di qualsiasi fede religiosa o scientifica - la risposta è data.<br />
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Sostenere che "Nulla esiste" è un esercizio sofistico molto caro a <b>Gorgia</b>, ma difficile da prendere sul serio. Forse esiste poco, di certo il vuoto costituisce la maggior parte dell'universo, ma qualcosa esiste.<br />
Scoprire che questo qualcosa possa venire dal nulla perché il nulla non è tale ma <b>un continuo apparire e dissolversi di particelle e antiparticelle subatomiche</b>, sposta il problema su questa strana danza e non risolve un bel niente.<br />
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Jim Holt cerca di affrontare il problema con il piglio di un detective che interroga testimoni illustri in cerca della Verità, anche se a tratti sembra più una guida dei luoghi cari agli intellettuali di Parigi, Londra e Cambridge che un'indagine metodica. Dopo un brevissimo excursus tra i filosofi classici (come non citare Parmenide, che aveva già risolto la questione a modo suo), passa a intervistare coloro che si prestano a dare un contributo, soprattutto astrofisici ma anche scrittori e filosofi. Tutti presbiteri di una certa risposta al problema dell'esistenza.<br />
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Meno coinvolgente e convincente di certe <b>spy story matematiche</b> ("L'ultimo teorema di Fermat", "Codici e segreti" - Simon Singh avrebbe forse reso tutta la storia in maniera più efficace), mi ha fatto almeno conoscere alcuni contemporanei del mondo anglosassone che non avevo mai sentito nominare: <b>Adolf Grunbaum</b>, "forse il più grande filosofo della scienza vivente"; <b>David Deutsch</b>, "largamente riconosciuto come uno dei pensatori più coraggiosi e versatili al mondo"; <b>John Leslie</b>, "cosmologo speculativo dai modi gentili e toni affabili".<br />
E un testo non recente, il <b>Dizionario del Diavolo</b> di <b>Ambrose Bierce</b>, per cui <b>la realtà è "il sogno di un filosofo impazzito"</b>.<br />
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<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-47369330334715745572013-12-31T22:30:00.001+01:002014-01-02T13:55:36.146+01:00RUSH FINALE<br />
Pago lo scotto di essere stato piuttosto pigro negli ultimi tempi, con questo rush finale di <b>San Silvestro</b>. Ci sono alcuni argomenti di cui avrei voluto scrivere da tempo, ma non l'ho fatto. Non che siano temi da bruciare col vecchione, tutt'altro. Li voglio legare all'anno che finisce, con il buon proposito di svilupparne alcuni nel 2014.<br />
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<b>UNO: Henri Laborit</b></h3>
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<a href="http://www.retrouversonnord.be/Fichiers_Laborit/laborit.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="http://www.retrouversonnord.be/Fichiers_Laborit/laborit.jpg" /></a></div>
Qualche mese fa ho visto <b><a href="http://www.youtube.com/watch?v=92AefYfYDMM" target="_blank">Mon Oncle d'Amerique</a> </b>di Alain Resnais, capolavoro del 1980 di cui ho scoperto per caso l'esistenza su YouTube. Così ho conosciuto il lavoro di <b>Henri Laborit</b>, biologo e filosofo francese morto nel 1995, ho letto i suoi <b><i>Elogio della fuga</i></b> e <b><i>Dio non gioca a dadi</i></b>. Mi si è aperto un mondo.<br />
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Per riassumere in poche parole la teoria espressa nel film e nei libri, ogni situazione che crea <b>stress </b>si può affrontare in tre modi: <b>lottando</b>, <b>fuggendo </b>o <b>sottomettendosi</b>. Delle tre opzioni, solo le prime due preservano la salute del soggetto. La terza sfocia nella somatizzazione del problema, quindi nelle cosiddette malattie psicosomatiche o nella depressione. Da cui l'altra importante conclusione a cui giunge Laborit, ricordato spesso come scienziato <b>anarchico</b>: le <b>gerarchie </b>sono il male.<br />
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Il riscontro alle sue supposizioni è stato trovato in laboratorio con un esperimento (quasi) innocuo: un topo chiuso in una gabbia divisa in due stanze riceve una piccola scarica elettrica attraverso il fondo dell'area in cui si trova. In due casi questa situazione non provoca alcun esito negativo sulla salute dell'animale: quando può rifugiarsi nella stanza a fianco dove non c'è scossa (se la porta tra i due settori è aperta) e quando - pur non avendo vie di fuga - la presenza di un altro topo gli consente di sfogare il nervosismo. I due topi lottano tra loro, credendosi l'un l'altro la causa del disagio. Benché non serva a evitare il pizzicore dell'elettricità sulle zampe, i due escono dall'esperimento sani come prima, con il pelo disteso e morbido e nessun problema al funzionamento dell'organismo.<br />
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L'unica situazione da cui il topo esce vistosamente provato (dopo un certo numero di ripetizioni) è quella in cui non ha modo di fuggire alla scossa, perché la porta che lo condurrebbe altrove è chiusa, e non ha nessuno con cui prendersela. Se riportiamo tutto questo agli esseri umani, visto che le regole della società aborrono e puniscono gli scontri fisici, è chiaro che l'unica soluzione per salvarsi la pelle è <b>fuggire</b>.<br />
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Almeno secondo Laborit e i suoi studi.<br />
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DUE: Ayn Rand</h3>
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<a href="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/58/Ayn_Rand.jpg" imageanchor="1" style="clear: right; float: right; margin-bottom: 1em; margin-left: 1em;"><img border="0" src="http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/5/58/Ayn_Rand.jpg" /></a></div>
<b>Ayn Rand</b> è una filosofa a dir poco trascurata nel panorama occidentale dei pensatori del '900, sebbene il suo <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Oggettivismo_(Ayn_Rand)" target="_blank">Oggettivismo</a> </b>sintetizzi alla perfezione il modo di pensare contemporaneo (pensare? Ormai una certa concezione del mondo è un sostrato implicito). Le sue idee non mi piacciono un granché (nata in Russia, vissuta lì nei primi anni dello stalinismo e poi emigrata negli Stati Uniti, era fermamente convinta che la via del capitalismo conducesse dritti alla libertà), salvo un capitolo del suo saggio <i style="font-weight: bold;">Philosophy: who needs it</i>, un testo mai tradotto in italiano, un altro di quei libri che pubblicherei se fossi un editore.<br />
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Il capitolo si intitola <b><i>Philosophical detection</i></b> e spiega come riconoscere le fallacie argomentative in certe frasi fatte che capita di sentire in giro: <i>Non essere troppo sicuro - non si può essere sicuri di niente</i>; <i>E' logico, ma la logica non ha nulla a che vedere con la realtà</i>; <i>Sarà pure stato vero in passato, ma oggi non lo è più</i>; etc.<br />
Descrive il modo dialettico con cui un filosofo dovrebbe approcciarsi a qualsiasi affermazione per capire se si trova di fronte a un dato di fatto o a un <b>crimine intellettuale</b>.<br />
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Un buon proposito per il 2014: mettere insieme i dati sui filosofi intesi come detective (non solo la Rand, anche i pochi altri che hanno fatto questo parallelo) e creare una pratica filosofica-gioco utile e coerente con quest'idea.<br />
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TRE: Arcade Fire</h3>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://www.rockol.it/img/foto/upload/Arcade%20Fire_Reflektor.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="200" src="http://www.rockol.it/img/foto/upload/Arcade%20Fire_Reflektor.jpg" width="200" /></a></div>
L'ultimo album degli Arcade Fire, <i><b>Reflektor</b></i>, è bellissimo.<br />
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A parte qualche canzone sparsa (tipo Rebellion, la sigla di <i>Otto e mezzo </i>il programma della Gruber), gli Arcade Fire non mi sono mai piaciuti più di tanto. Troppo folk, troppi e superflui sul palco, troppo poco europei. Sarà che sono canadesi...<br />
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Ora è uscito questo disco, a cui ha collaborato anche <b>David Bowie</b>, che è un capolavoro dal primo all'ultimo pezzo, è elettronico e ha dei testi stupendi. E' deciso: a giugno vado a vederli a Verona.<br />
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QUATTRO: Frank Zappa</h3>
Un omaggio natalizio a Zappa: <i><b>G-Spot Tornado</b></i> programmata sulla Roland D2. Di natalizio ci sono solo le lucine della groovebox.<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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<b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:</b><br />
Dieci! Nove! Otto! Sette!...<br />
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<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-75822564696599382002013-12-13T22:28:00.000+01:002013-12-31T14:34:30.012+01:00GRAZIE BERNARD (DELLE CICALE, CI CALE /2)<br />
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Se penso a quante cose interessanti sono state scritte in inglese e mai tradotte in italiano, mi viene voglia di aprire una casa editrice solo per tradurre e pubblicare quello che vorrei leggere.<br />
<br /></div>
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Una di queste cose è<b> <i>The Grasshopper</i></b> di Bernard Suits, un testo del 1978 mai uscito in Italia. Racconta gli ultimi istanti di vita e il lascito morale della <b>cicala </b>della celebre favola di Esopo, quella in cui la <b>formica </b>rappresenta il comportamento virtuoso di chi lavora sodo per assicurarsi un futuro. La cicala, per contro, ha cantato tutta l'estate e non ha pensato a mettere da parte qualcosa. Il finale, con la formica che dice alla cicala <b>"Hai cantato tutta l'estate? Adesso balla."</b> è di una<b> crudeltà esemplare</b>.<br />
<br /></div>
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Simile per struttura e contenuti al <b>Critone </b>di Platone, <i>The Grasshopper</i> ricorda molto anche l'<b>Apologia di Socrate</b>. Anche qui una creatura morente presenta le sue ragioni e giustifica la sua natura.<br />
<br /></div>
<div style="text-align: justify;">
Ne riporto un brano tradotto al volo. La Cicala si rivolge a due formiche, Skepticus e Prudence, che sono diventate sue discepole. A Skepticus, come è facile intuire dal nome, non la si fa tanto facilmente.<br />
<br /></div>
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<div style="text-align: justify;">
<i>"Ho tre risposte per ciò che hai detto, Skepticus, e temo di dovertele dire presto, perché il sole è calato e il gelo sta già avanzando attraverso i campi. Primo, evidentemente sono stata creata solo per giocarmi la vita e morire, e sarei una profana se andassi contro il mio destino. E' questo, se vi piace, l'aspetto teologico del mio caso. Ma, in secondo luogo, c'è una logica ineludibile quanto il fato o, se preferite, un fato ineludibile quanto la logica. L'unico argomento contro lo stile di vita della Cicala è il fatto chiaro a tutti che <b>oggi uno muore se non lavora</b>. La risposta a questo è che la mia morte è in ogni caso inevitabile. Perché se non sono previdente in estate, muoio in inverno. E se in estate sono previdente, per definizione non sono più la Cicala. Ma io in estate sarò lungimirante o non lo sarò; non esiste una terza via. Quindi, <b>o muoio o non sono più la Cicala</b>. Ma siccome io sono la Cicala - niente di più e niente di meno - morire e non essere più Cicala sono per me la stessa cosa. Non posso sfuggire a questa logica o a questo destino. E siccome io sono la Cicala e voi siete altro, ne segue che non siete costretti in questa logica. Come ho accennato prima, penso spesso di essere stata creata al solo scopo di morire per voi; per portare questa pesante ma inevitabile croce. Ma confesso che questo pensiero mi viene solo quando mi identifico in un proto-cristiano, o in un tardo-pagano. Altre volte (e questo mi porta alla terza e ultima delle risposte alle tue obiezioni, Skepticus) ho la strana sensazione che entrambi siate Cicale mascherate; in effetti, <b>penso che ogni essere vivente sia in realtà una Cicala</b>."</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>Udito questo, Prudence sussurrò a Skepticus: "La fine deve essere vicina; la mente sta iniziando a vagare per conto suo." Ma Skepticus fissò intensamente la loro amica e maestra, che riprese a parlare.</i></div>
<div style="text-align: justify;">
<i>"Ammetto che suona come una balorda bizzarria", disse la Cicala, "e non sono certa di voler condividere i miei pensieri. Tuttavia, sono abituata a folleggiare con il pensiero, quindi andrò avanti, e poi farete delle mie parole ciò che vorrete. Voglio dirvi che ho da sempre un sogno ricorrente, in cui mi si rivela - anche se non saprei dire come - che <b>ciascun vivente è in realtà impegnato in giochi elaborati, pur credendosi allo stesso tempo indaffarato in cose serie</b>. I carpentieri, che si credono semplicemente immersi nei propri affari, stanno in realtà giocando un gioco, e lo stesso accade con i politici, i filosofi, gli amanti, gli assassini, i ladri e i santi. Qualsiasi occupazione o attività possiate pensare, non è altro che un gioco. Questa rivelazione è di certo sorprendente. Il seguito è terrificante. Perché nel sogno, a questo punto, vado a persuadere tutti coloro che incontro della grande verità che mi è stata rivelata. Come io riesca a farlo non lo so, eppure li convinco. Ma nel preciso istante in cui ciascuno è persuaso - e questa è la parte spaventosa - cessa di esistere. Non è solo che il mio ascoltatore scompare nella macchia, anche se in effetti lo fa. E' che so con assoluta certezza che non esiste più da nessuna parte. E' come se non fosse mai esistito. Sebbene atterrita dall'esito del mio insegnamento, non riesco a fermarmi, ma avvicino subito un'altra creatura con le mie novità, finché non le ho svelate all'intero universo e ho convertito tutti all'oblio. Infine, resto sola tra le stelle d'estate in totale disperazione. Quindi mi sveglio, felice di vedere che il mondo pullula ancora di creature senzienti, e che è stato solo un sogno. Vedo il carpentiere e il filosofo alle prese con i loro lavori come prima... Però mi domando: è davvero tutto come prima? Il carpentiere su quel tetto sta semplicemente martellando dei chiodi, <b>o sta compiendo le mosse di un antico gioco di cui ha dimenticato le regole</b>? Ma ora il gelo monta su per le zampe. Il sonno mi assale. Amici cari, addio."</i></div>
<br />
<div style="text-align: right;">
Bernard Suits, The Grasshopper</div>
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<br /></div>
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<br /></div>
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<b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:</b><br />
Mi tocca rivalutare<b> le cavallette</b> (Grasshopper in inglese è la cavalletta, la favola di Esopo viene tradotta come "The ant and the grasshopper", mentre in italiano è sempre stata "La cicala e la formica"), di cui ho sempre avuto il terrore.</div>
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-21215488244367444232013-09-29T12:02:00.002+02:002013-09-29T12:15:44.261+02:00UNA TRAMA ORRENDA<br />
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<i>La democrazia è quel sistema in cui il popolo prende a calci in culo il popolo su mandato del popolo.</i></div>
<div style="text-align: right;">
Carmelo Bene</div>
<br />
<br />
Se proprio non riescono a <b>indignarsi </b>per le continue ruberie dei politici, per la corruzione e gli inciuci, per chi si fa i cavoli propri invece di preoccuparsi del bene comune, gli italiani potrebbero almeno esasperarsi per <b>la pochezza della trama</b> cui sono costretti ad assistere. B. che, a un passo dalla decadenza da senatore, comanda a parlamentari e ministri del suo partito di dimettersi è una banalità. Chi le scrive le sceneggiature della politica italiana, <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Oldoini" target="_blank">Enrico Oldoini</a></b>? Immaginate se il capo avesse detto ai suoi: "Allora, oggi pomeriggio vi <b>comanderò </b>di dimettervi dal governo, ma voi <b>mi manderete a quel paese</b> e deciderete di rimanere." Non sarebbe stato più originale?<br />
<br />
Vorremmo vederlo prima o poi con i capelli bianchi, la barba e gli occhiali, andare a pulire i cessi di un centro sociale di Roma. E invece niente, ci ripropone sempre lo stesso film di vent'anni fa, solo con gli occhietti più piccoli a causa dei tiraggi di pelle.<br />
Siamo stanchi di <b>pagare il biglietto</b> per vedere sempre lo stesso spettacolo.<br />
<br />
<br />
<b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:</b><br />
<b>Nello stereo:</b> Goldfrapp, <i>The Singles </i>- <span style="background-color: white;"><span style="color: #38761d;">Dalle atmosfere rarefatte e delicate del primo album, al synth pop più sfrenato delle uscite successive, Alison Goldfrapp è sempre un bel sentire.</span></span>Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-14031911229256083372013-09-06T01:12:00.001+02:002013-09-29T12:06:16.812+02:00PENSO, QUINDI PENSO<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
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</div>
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</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
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Questa mi piace proprio:<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://25.media.tumblr.com/tumblr_m4160sqlG71ro0ebco1_400.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="320" src="http://25.media.tumblr.com/tumblr_m4160sqlG71ro0ebco1_400.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Immagino che l'interpretazione corretta sia: penso, quindi mi tengo alla larga da relazioni serie e durature perché logica e osservazione dicono che <b>è più il danno che la risorsa</b>. Ma potrebbe voler dire anche che, siccome penso, gli altri mi stanno alla larga, ché <b>il pensare non è mai un gran punto a favore</b>. In un caso la "singleitudine" è attiva e anche un po' furbetta, nell'altro è subìta e da sfigati. Ovviamente, se dico che rientro nel primo caso, chi mi ascolta penserà che rientri nel secondo. Ma a un certo punto <b>chi se ne frega</b>.<br />
<br />
Rientro nel primo caso.<br />
<br />
Cioè sei single perché nessuno ti si fila.<br />
<br />
Il PRIMO caso: sono single perché sono un gran dritto.<br />
<br />
Mhm.<br />
<br />
E sto bene così.<br />
<br />
Mhm.<br />
<br />
Faccio quello che mi pare.<br />
<br />
E cioè cosa?<br />
<br />
Niente.<br />
<br />
Mhm.<br />
<br />
Ma è quello che voglio fare. Se ci fosse qualcuno che mi costringe a fare cose che non voglio fare, non potrei fare quello che voglio, e cioè niente.<br />
<br />
Bella questa.<br />
<br />
Ti ho convinto?<br />
<br />
No.<br />
<br />
<br />
<br />
<b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:</b><br />
E poi non sono solo, ho due gatti.<br />
<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-33624445295966538802013-07-25T11:59:00.000+02:002013-07-25T12:01:45.261+02:00PRIMUM VIVERE, DEINDE PHILOSOPHARIDa ieri <b>la schiena</b> mi sta ricordando questo triste motto. Avrà pure ragione, ma quanti pensieri e quanti <b>insegnamenti </b>dai momenti difficili:<br />
<br />
- <b>l'autosufficienza </b>è una pia illusione...<br />
- ... ma ogni tanto un <b>imprevisto </b>può servire a mettersi alla prova e prendere coscienza dei propri limiti;<br />
- per uscire da una brutta situazione devi saper anche <b>sopportare </b>il dolore, non solo farlo sparire;<br />
- gli imprevisti possono capitare. Non farti trovare del tutto <b>impreparato </b>(tipo senza niente da mangiare in casa).<br />
<br />
Saranno banalità, ma non ci si pensa se non quando ci si trova in mezzo. O almeno a me capita così.<br />
<br />
<br />
<b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:</b><br />
Pancho reclama la pappa (per i gatti non manca mai).Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-92172120477975110252013-07-21T11:07:00.001+02:002013-07-25T11:34:09.111+02:00SUL PERCHE' DOBBIAMO SPERARE CHE I RICCHI SIANO SEMPRE PIU' RICCHI<div style="text-align: right;">
<i><br /></i></div>
<blockquote class="tr_bq">
<i>Vorrei morire ucciso dagli agi. Vorrei che di me si dicesse: "Come è morto? Gli è scoppiato il portafogli".</i></blockquote>
<div style="text-align: right;">
<b>Marcello Marchesi</b></div>
<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>Quelli a cui dai la caccia sono le persone da cui dipendi, noi cuciniamo i tuoi pasti, togliamo la tua immondizia, colleghiamo le tue telefonate, guidiamo le tue ambulanze, ti sorvegliamo mentre stai dormendo. Non fare lo stronzo con noi!</i></blockquote>
<div style="text-align: right;">
<b>Tyler Durden in Fight Club (il film)</b></div>
<br />
<br />
<br />
In settimana, <a href="http://www.repubblica.it/motori/sezioni/attualita/2013/07/19/news/rolls-royce_assume_100_persone_il_lusso_vola-63316337/" target="_blank">Vincenzo Borgomeo su Repubblica Motori</a> ci ha spiegato perché dovremmo essere contenti che i ricchi siano sempre più ricchi. In soldoni: perché più brioches mangiano, più lavorano i garzoni dei fornai.<br />
<br />
E' il capitalismo, bellezza. Se io riccone sto bene, stai un pochino meglio anche tu. Se vado in rovina, ti porto nel baratro con me. Ma io c'ho il paracadute.<br />
<br />
Nessun dubbio che oggi funzioni esattamente così, ma ne avanzerei qualcuno sul fatto che questo sia il migliore dei mondi. Impossibile, ad esempio, immaginarne uno in cui chi produce utilizzando macchine paghi più tasse di chi impiega persone, e consenta così a chi non ha un lavoro di condurre comunque una vita dignitosa? Un'utopia? Lasciateci almeno sognare.<br />
<br />
<br />
<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-3478066182226113126.post-74725271762063189392013-07-11T22:02:00.000+02:002013-07-17T11:43:01.097+02:00ERMENEUTICA DEL PRESENTE<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="http://immagini.disegnidacolorareonline.com/cache/data/disegni-da-colorare/animali/disegno-lumaca-da-colorare%20(2)-300x300.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Lumaca" border="0" height="200" src="http://immagini.disegnidacolorareonline.com/cache/data/disegni-da-colorare/animali/disegno-lumaca-da-colorare%20(2)-300x300.jpg" title="" width="200" /></a></div>
Che siano sempre dei giovani a rivelare le magagne dei governi lascia ben sperare per il futuro di questo pianeta. Prima Bradley Manning per Wikileaks, ora <b><a href="http://it.wikipedia.org/wiki/Edward_Snowden" target="_blank">Edward Snowden</a></b> con il <b>Datagate</b>.<br />
A cosa serve poi tutto questo ficcare il naso nelle comunicazioni altrui se non a saziare il <b>voyeurismo </b>dei dirigenti dei servizi segreti, visto che negli Stati Uniti qualche pazzo armato commette una strage ogni due per tre?<br />
<br />
Sempre a proposito di futuro, volendo essere ottimisti potremmo interpretare l'odierno scontro tra chi vuol far ripartire l'economia e chi la vuole affossare ulteriormente (ad esempio chi in Italia vuole alzare l'IVA di un altro punto) come una <b>guerra tra due visioni del mondo</b>: una che vuole continuare a produrre e soprattutto <b>creare bisogni fittizi</b> perché la macchina continui a devastare; l'altra che si preoccupa del destino dell'uomo e vuole farci tornare alle cose essenziali.<br />
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<b>Volendo essere ottimisti</b>, possiamo osservare che da quando c'è la crisi si produce <a href="http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/Risorse/Meno-rifiuti-con-la-crisi-tra-2010-e-2012--77_32312373392.html" target="_blank">una percentuale rilevante di immondizia in meno</a>, molta gente <a href="http://www.coldiretti.it/News/Pagine/475----4-Luglio-2013.aspx" target="_blank">torna nelle campagne</a> e si dedica all'agricoltura biologica, nascono movimenti per la <a href="http://decrescitafelice.it/" target="_blank">decrescita serena</a> sulle orme del pensiero di <b>Serge Latouche</b>.<br />
E' vero che i suicidi non si contano, ma questo è segno di un'errata percezione del problema e della mancanza (o della scarsa diffusione) di strumenti utili a farci cambiare idea su quelle malsane abitudini che abbiamo maturato dal dopoguerra a oggi.<br />
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Dobbiamo continuare a ritrovarci in colonna in autostrada nelle torride giornate d'estate per finire incasellati stretti come galline da allevamento sotto file di ombrelloni con i palloni dei vicini che ci rimbalzano sulla pancia, o possiamo farne a meno? Dobbiamo per forza avere sempre l'ultimo aggeggio tecnologico che la pubblicità ci propina, o possiamo farci bastare quelli che abbiamo?<br />
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Il problema non è che le imprese chiudono e la gente rimane senza lavoro. <b>Il problema è che abbiamo messo in piedi un sistema per cui se non si lavora non si può vivere.</b> Dovremo pure fare qualcosa per cambiare questo andazzo, ma se non ci pensa la politica chi ci deve pensare?<br />
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<b>Volendo essere pessimist</b>i, a muovere i fili delle nostre vite è sempre l'interesse di pochi per i quali non contiamo niente, così come non conta niente l'esito globale delle loro scelte.<br />
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Ai posteri - che ci auguriamo comunque pacifici - il privilegio di capire con maggior chiarezza il nostro tempo.<br />
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<b>COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:</b><br />
Nello stereo: Daft Punk, <i><b>Random Access Memories</b></i>.<br />
<span style="color: #38761d;">Un viaggio nella musica elettronica degli ultimi 30 anni, con divagazioni disco e funky. L'album che non ti aspetteresti dai Daft Punk.</span><br />
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<br />Cerasihttp://www.blogger.com/profile/12953919981433276052noreply@blogger.com0