mercoledì 26 dicembre 2012

LUCE DONA ALLE MENTI

Un post natalizio solo nel titolo. Anche perché continuo a non capire come si faccia, con tutto quello che è successo in duemila anni di storia, a celebrare ancora con tanta enfasi la nascita e la morte di uno (uno solo) che peraltro deve il suo successo ai racconti di persone che neanche l'hanno conosciuto. E con tutti gli altri martiri del pensiero libero che ci sono stati nei secoli, da Ipazia a Giordano Bruno,  dai partigiani a Falcone e Borsellino, fino a Bradley Manning.

Voglio dire, in duemila anni Dio poteva pure mandare qualcun altro, che una sola crocifissione a giustificare l'immenso potere della Chiesa sull'opinione pubblica mi sembra un po' poco. Diciamo che il sacrificio di un altro figlio per ciascun secolo sarebbe stato più convincente.

Detto questo, è chiaro che secondo me la "luce alle menti" non possiamo che darcela da soli. Magari leggendo l'ultimo saggio di John Holloway, Crack Capitalism, la cui copertina è più pasquale che natalizia, ma i contenuti valgono per tutte le stagioni.

Si sa dai tempi di Etienne de la Boetie, e ormai l'hanno capito tutti tranne qualche sindacato, che la rivoluzione deve essere individuale, per evitare che il sistema (l'impero?) fagociti la protesta e i suoi leader, li digerisca e tragga beneficio da questi nemici apparenti. Niente capi allora, niente proteste di piazza, solo cambiamenti nel proprio stile di vita, nei comportamenti. Liberarsi per quanto possibile dalla schiavitù del denaro, ritrovare il gusto della condivisione, creare spazi sociali per l'incontro con gli altri, smettere di servire (mi permetto di aggiungere: nella doppia accezione del termine). Insomma, aprire delle crepe in questo cielo di cartapesta che ricopre tutto e che pensiamo essere l'unica ineluttabile possibilità.

E soprattutto abbandonare il lavoro astratto per dedicarsi a qualcosa che piace, per cui ci si sente naturalmente portati, che dia soddisfazione. Dedicarsi al fare abbandonando l'ammaestramento cui ci costringe il capitale.

Con il latino mulier abscondita Holloway indica tutti coloro che partecipano in solitaria a questo sforzo anticapitalistico. Gli stessi che io qualche anno fa, con inconsueta preveggenza, nel mio primo privatissimo e ingenuo tentativo di scrittura creativa, avevo chiamato le comari assenti.

 


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Lavori nell'appartamento a fianco, che è rimasto vuoto per sette anni e ora si anima.


mercoledì 12 dicembre 2012

NIENTE DA DIRE?

Niente da raccontare per quasi cinque mesi? Si, qualcosa si, ma nulla di particolarmente originale. Così ho preso una pausa un po' più lunga del solito.

Riprendo per segnalare un gruppo musicale di cui ascolto il primo album a ripetizione: gli ALT-J. Qualche tempo fa ho sentito per radio il loro singolo Something Good e me ne sono innamorato. Purtroppo li ho persi dal vivo al Bronson di Ravenna perché mi sono deciso quando i biglietti erano ormai esauriti.

COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Nello stereo: ovviamente ALT-J, An Awesome Wave
Quattro geek inglesi che fanno un indie pop mischiato con il folk e l'elettronica

mercoledì 25 luglio 2012

GRAZIE LUCIO (SUL VIAGGIARE)

Perché è importante viaggiare? Perché si allargano i propri orizzonti, si entra in contatto con altre culture, si esce da quel gretto limite che ci fa vedere solo il nostro orticello. Per conoscersi meglio, per conoscere meglio gli altri. E non c'è luogo che si possa dire di aver visitato a fondo: i posti visti d'estate vanno rivisti in primavera, quelli visti di notte vanno rivisti di giorno perché cambiano, dice Saramago. Quando si torna non si è più gli stessi della partenza, né lo sono i luoghi del ritorno.

E poi è più importante il viaggio o la meta? O sono importanti entrambi? E' meglio porsi delle mete alte e difficili in previsione di una grande soddisfazione, o accontentarsi di quelle praticabili e realistiche come consiglia Watzlawick?

Il viandante più del viaggiatore è il vero filosofo perché non ha una meta, vaga libero, si sofferma sul paesaggio delle strade che percorre, non si lascia imporre una destinazione. Il viaggiatore invece vuole solo raggiungere un traguardo per dire di esserci arrivato. I viaggi organizzati sono roba per chi vuol la vita comoda e non ama gli imprevisti; la vera sfida è vagare liberamente e scoprire di giorno in giorno dove si può arrivare con le proprie forze. E ciò che vale per i viaggi fisici vale anche per quelli metaforici.

E' tutto molto bello e romantico, ma Seneca ha una visione meno ottimistica:

Pensi che sia capitato solo a te e ti stupisci come di un fatto inaudito, perché, pur avendo viaggiato a lungo e in tanti posti diversi, non ti sei scrollato di dosso la tua tristezza e il tuo malessere spirituale? Devi cambiare animo, non cielo. [...] i tuoi vizi ti seguiranno dovunque andrai. Socrate, a un tale che si lagnava per la stessa ragione, disse: "Perché ti stupisci se viaggiare non ti serve? Porti in giro te stesso. Ti perseguitano i medesimi motivi che ti hanno fatto fuggire". A che possono giovare nuove terre? A che la conoscenza di città e posti diversi? Tutto questo agitarsi è vano. Chiedi perché questa fuga non ti sia di aiuto? Tu fuggi con te stesso. Deponi il peso dell'anima: prima di allora non ti andrà a genio nessun luogo. [...]
Conta più lo stato d'animo che il luogo dove arrivi, perciò l'animo non va reso schiavo di nessun posto. Bisogna vivere con questa convinzione: non sono nato per un solo cantuccio, la mia patria è il mondo intero. Se ti fosse chiaro questo concetto, non ti stupiresti che non ti serva a niente cambiare continuamente regione, perché sei stanco delle precedenti; ti sarebbe piaciuta già la prima, se le considerassi tutte come tue. [...]

Non sono d'accordo con quelli che si spingono in mezzo alle onde e prediligono una vita agitata e lottano ogni giorno animosamente con mille difficoltà. Il saggio dovrà sopportarle, non andarsele a cercare, e preferire la tranquillità alla lotta; non giova a molto essersi liberati dai propri vizi per poi combattere con quelli degli altri.

"Trenta tiranni", ribatti, "fecero pressione su Socrate, ma non poterono fiaccarne lo spirito." Che importa quanti siano i padroni? La schiavitù è una sola; se uno la disprezza, per quanti padroni abbia, è libero.

Lucio Anneo Seneca, Lettere a Lucilio, Lettera 28

sabato 23 giugno 2012

ETHOS, PATHOS E ARAMIS

Non mi capita spesso di dover persuadere qualcuno di qualcosa (a parte sul lavoro, s'intende). E' più facile che debba persuadere me stesso a prendere qualche decisione.

Al che compaiono, anche se in dialogo interiore,  pathos ed ethos, due pilastri della retorica aristotelica: voglio certo assecondare le mie passioni, quello che sento, quello che mi piace, ma rispettando la morale, le regole della società, le convenzioni non scritte.

Fin qui tutto bene, decisione quasi presa. Poi arriva il terzo elemento a rendere tutto più complicato, il logos:  inizio a ragionare, a calcolare le conseguenze, a immaginare tutti i possibili scenari futuri, che si presentano regolarmente e inesorabilmente apocalittici. Insomma, il logos riesce sempre a vanificare gli effetti di ethos e pathos, e di conseguenza posso dire addio alle mie brame di cambiamento. Maledetto.

COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
E' un caldo che si schiatta. Nello stereo: Rei Harakami, Lust. Elettronica minimale, leggermente ritmata, molto rilassante.

martedì 5 giugno 2012

iVanga 2.0

Ho visto il futuro e l'ho fotografato.


Tornerà di gran moda appena ci si accorgerà che gli iP*d non si possono mangiare. Neanche una vanga si può mangiare, ma almeno serve a produrre cose commestibili. Al momento sono tutti convinti che il futuro siano i tablet. Sono ovunque e me li propinano a sorpresa.

Sono venuto a vedere quella stampante che non stampa le fatture.

Ah, già, la stampante. Prima però dovresti configurarmi l'email su questo.

Che cos'è?

E' l'ultimo modello di [iQualcosa] o [Galaxy Qualcosa].

Vabbè, vediamo. Si configurerà come qualsiasi client di posta.

[Due ore dopo sono ancora nella condizione in cui con la connessione wireless i messaggi escono e con quella 3G no o viceversa]


Oppure:


Pronto?

Pronto, salve, dovrei configurare la mail sul telefonino nuovo.

Ah. Qui facciamo assistenza ai computer, comunque proviamo. Che modello è?

Un qualcosaPhone.

Può entrare nel menu di configurazione della posta?

Non riesco, perché è il telefono da cui sto chiamando.

...



E tutti sono in cerca di una scusa per usare un tablet.


Ho assolutamente bisogno di un tablet da collegare alle macchine in cantiere.

No, guarda, a un tablet non si collega praticamente nulla che non sia wireless.

Ma mi serve per stampare i prospetti statistici trimestrali.

E' durissima.

Allora per scannerizzare le vecchie foto.

Buonanotte.

Ho un tavolo che traballa!

...


La domanda è: c'è proprio bisogno dei tablet?
Una vanga non si configura, è così e basta. La infili nella terra, ci pianti sopra un piede e fai leva. Niente parametri, niente porte, niente wireless, niente di niente. E soprattutto niente bisogno di assistenza.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Nello stereo: Death in Vegas, Your Loft My Acid con il repeat.
Pezzo psichedelico dall'ultimo album Trans-Love Energies: lunga intro onirica, poi trionfo sintetico e vocale in stile disco anni '70.

domenica 1 aprile 2012

ADDAVENI' BAFFONE

Il problema ai nostri tempi è che il futuro non è come è sempre stato
Paul Valéry




Sono notizie degli ultimi giorni che:

- i 10 più ricchi d'Italia possiedono quanto 3 milioni di poveri;

- i redditi degli imprenditori sono mediamente più bassi di quelli dei dipendenti;

- nel resto d'Europa esiste il reddito di cittadinanza.

E non sono pesci d'aprile. Insomma, in Italia siamo campioni di mancanza di equità, evasione fiscale, carenza di stato sociale. Alla faccia del progresso.

Per fortuna non ci batte nessuno neanche in assopimento delle passioni.

mercoledì 7 marzo 2012

GRAZIE MICHEL

(I cosiddetti "cannibali") si resero conto che c'erano tra noi, in Francia, uomini che godevano oltremisura di ogni sorta di agi e altri che mendicavano alle loro porte, smagriti dalla fame e dalla povertà: e a loro sembrò strano che questa parte così bisognosa potesse sopportare una tale ingiustizia, non prendesse quei ricchi per la gola e non appiccasse il fuoco alle loro case.
Michel de Montaigne, I Saggi

domenica 26 febbraio 2012

BIOCHIMICA DELLO STATUS SOCIALE


In una ricerca del 1994, Michael McGuire scoprì che i maschi alfa delle comunità di cercopitechi verdi manifestano un livello di serotonina doppio rispetto ai subordinati.

Fu un lavoro fondamentale per il successo degli psicofarmaci negli anni seguenti, poiché la serotonina è un neurotrasmettitore responsabile di molte sensazioni di benessere. In chimica e farmacologia, principi attivi come la fluoxetina (quello del Prozac) intervengono ritardando il riassorbimento di serotonina dalle sinapsi, incrementandone così la permanenza nell'organismo.

McGuire e il suo staff notarono che nel cercopiteco alfa questo esorbitante rilascio naturale poteva essere annullato schermandogli con uno specchio la vista degli altri membri della comunità. Questo significa che l'incremento di serotonina è dovuto alla percezione dell'atteggiamento sottomesso degli altri, più che all'essere capo in sé (è un effetto piuttosto che una causa). Di conseguenza, un comportamento altrui poco sottomesso causa nel capo una perdita di benessere.

D'altro canto, "Più risorse si controllano e più ci si sente meglio", dice il professor David Kipnis della Temple University. Ovvero, meno risorse si controllano e peggio si sta.

Insomma, dopo "Platone è meglio del Prozac", possiamo aspettarci nelle librerie "Comandare è meglio del Prozac", se davvero fare sesso aumenta la serotonina del 5-10%, il Prozac del 20%, e fare il capo (ma soprattutto essere oggetto di deferenza da parte dei sottoposti) la fa schizzare su almeno del 50%.

BIBLIOGRAFIA:

Richard Stengel,  Manuale del leccaculo. Teoria e storia di un'arte sottile, ed. Fazi

COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:

Ordino a Lulù di scendere da quella pila di maglioni appena stirati su cui sta dormendo. Non ne vuol sapere, mi guarda con la solita aria di sufficienza. Che mondo di merda.

mercoledì 8 febbraio 2012

BARBE E GATTI






Una volta tanto sono in sintonia con l'assurda moda internettistica del momento: immagini di barbuti in compagnia di gatti.

Ci sono almeno un paio di siti a tema:

Dudes with beards with cats

Boys with beards with cats

Il vitellone nella foto sopra (non quello con la barba, quello con i baffi) è lo stesso che sei anni fa sonnecchiava con i fratellini a bordo cesta dopo una lettura svagante:


AGGIORNAMENTO 24/3: Ci siamo anche noi.

domenica 8 gennaio 2012

GLI EBOOK FANNO SFRACELLI

Against DRMSembra che gli editori di ebook, non volendo fare la fine delle case discografiche, abbiano imparato la lezione degli mp3 e si siano parati per bene lo culo a scapito dei poveri lettori.

Il giorno della Befana cercavo qualche spunto per un lavoro che devo fare in questi giorni su follia e diversità. Individuato un libro interessante ("Pazzi come noi" di Ethan Watters), cerco l'ebook per mettermi subito a leggere. Niente: l'edizione in italiano esiste solo a stampa.

Bene, penso, lo prendo in inglese e buona notte. Trovo l'ebook sul sito dell'editore originale a euro 9,99 (che non è poco, trattandosi di un file replicabile a costo zero), avvio la procedura per acquistarlo ma scopro che dall'Italia non lo posso comprare. Voglio dire: si tratta di un banale download, perché non lo posso fare dall'Italia? Provo con un altro paio di librerie inglesi online, stesso risultato. E' evidente che c'è un problema di esclusiva dei diritti.

Infatti alla fine lo trovo su amazon.it, ma non è in formato Adobe Digital Editions - ovvero lo stesso di altri ebook che ho acquistato questa estate su IBS. E' disponibile solo in formato Kindle, quindi devo scaricare anche l'applicazione Kindle, che è l'unica con cui lo si può leggere. L'applicazione è gratuita, ma devo tenere sul PC due programmi diversi: uno per leggere certi libri, uno per leggerne altri. Mossa furba e protezionistica di Amazon per fare in modo che, quando si comincia a leggere libri Kindle, convenga continuare a leggere libri Kindle (che vende solo lei) anche quando ci sarebbe l'alternativa.

Poi non posso:

- stampare il libro (neanche parzialmente);

- copiare e incollare parti del testo (altrimenti lo copi tutto e lo incolli in word e lo stampi e fine delle protezioni);

- prestarlo a qualcuno, perché l'applicazione di lettura è legata all'account che fa gli acquisti;

Insomma, mi chiedo se vale la pena sopportare tutte queste limitazioni pur di avere un libro subito, peraltro a un costo sproporzionato.