mercoledì 20 agosto 2008

L'IO E IL SE' NELLA SOLITUDINE DELLA CAMERETTA VIRTUALE









"Non appena, volendo tentare, scendiamo in noi stessi e, drizzando la conoscenza verso il nostro interno, vogliamo renderci di noi consci appieno, ci perdiamo in un vuoto senza fondo, simili a cava sfera di vetro dal cui vuoto parli una voce, della quale non è possibile trovar nella sfera una causa: e mentre facciamo per ghermire noi stessi, rabbrividendo non afferriamo altro che un vano fantasma"

(A. Schopenhauer, Il Mondo come volontà e rappresentazione, Libro Quarto).





La citazione di oggi porta con sé una conseguenza tranquillizzante: il solipsismo non si supera confidando nell'esistenza altrui, bensì abbandonando la fede - perchè di fede si tratta - nel proprio io.



Un anno fa ero entusiasta di Second Life, un luogo in cui potevo immedesimarmi nel personaggio che volevo, aprire con due euro un'attivita poco meno che reale e interagire con gente da tutto il mondo.

Oggi anche Google sforna il suo mondo virtuale, Lively, simile a SL ma organizzato in camere invece che in appezzamenti di terreno e isole. Che noia.

Forte di un'esperienza in SL ormai conclusa, mi chiedo come mai, dopo l'entusiasmo iniziale, questo mondo virtuale non abbia avuto il piglio che ci si aspettava.

 

Leggo su Kataweb: "La chiave del successo [di Lively] potrebbe essere l'innesto diretto del programma dentro al proprio browser, uno scoglio che con buona probabilità ha provocato le difficoltà di Second Life."

Tutto qui? Dunque il mea culpa non va oltre qualche handicap tecnico? Mi sembra piuttosto che SL e derivati siano troppo simili al modello meccanicistico della realtà per essere interessanti, sia nella forma che nella struttura soggiacente (ok, gli avatar possono volare e teletrasportarsi, wow!):


- il mondo di Second Life è statico e indipendente dagli avatar. La sua essenza è rappresentata da righe di codice e tabelle di database, mentre l'apparenza sensibile è quella che compare sullo schermo in forma grafica. E' uguale per tutti e trasformabile solo costruendo;

- a ogni "giocatore" corrisponde uno e un solo personaggio (a meno di registrare più avatar, che non si possono comunque governare contemporaneamente);

- invece di ricomporre il guasto cartesiano della separazione tra mente e corpo, l'avatar e le sue modalità di controllo non fanno che aggravare quel falso distacco rafforzando la metafora del controllore e del controllato.

 

Cosa ce ne facciamo di un altro mondo che funziona come questo? Potremmo almeno cambiare modello e fare in modo che:


- il mondo virtuale non sia scritto a priori ma si determini man mano che viene esplorato, in base a funzioni di probabilità;

- ciascun giocatore controlli una propria realtà e non un avatar, e le diverse realtà si determinino reciprocamente in maniera meno controllabile;


Sarebbe un modello diverso, ma con un risultato finale ancora molto simile alla vita reale. Se proprio vogliamo creare una realtà virtuale, reinventiamola da zero, dal livello più basso, che non è quello dei protozoi. Riscriviamo alcuni concetti base, a cominciare da altro-da-sé, causalità e passato.

 

Mi fermo qui. Cari amici di Mountain View, non posso mica lavorare per voi gratis. In questa triste realtà, le idee si pagano. Se interessa approfondire, assumetemi.



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:

Nello stereo: Musica Per Bambini, M__sica

venerdì 15 agosto 2008

Il velo di Maya nel palmo della mano


 


I sintetizzatori mi impediscono di raggiungere la buddhità. Quando sono ormai certo di essermi liberato di qualsiasi desiderio materiale, la Korg sforna qualche giocattolo irresistibile, così devo ricominciare da capo.


Questa l'ultima tentazione a cui ho ceduto. 


Non basta neanche l'esempio continuo dei miei maestri felini a farmi desistere. E intanto mia zia (che non è MiaZia) si incazza perchè non vado in ferie.


 


Zia appena rientrata dalla Sardegna: "E tu dove vai di bello?"
Io: "Da nessuna parte, sto a casa, mi rilasso per tre settimane"
Zia: "Ma come! @!#%*!"
Io: "Tra l'altro mi sono impegnato con il gattile per andare a fare qualche ora, visto che molta gente è via"
Zia: "Ah, bè, se guadagni qualche soldino..."
Io: "No, guarda, è volontariato, ci vado per i gatti, non per i soldi"
Zia: "@!#&%*!"


Valle a spiegare che in vacanza sono andato in un negozio di strumenti musicali.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Nello stereo: Crystal Castles