domenica 18 aprile 2010

MICA CAZZI

A uso e consumo di chi ha qualche problema con Windows, ecco un pratico elenco dei casi che ho brillantemente risolto al lavoro nell'ultima settimana:

1. Ho fatto dei click a caso sul desktop e ora non funziona più niente.
Soluzione: devi collegare la 220V al mouse, e il contatto dei pulsanti a due elettrodi da fissarti bene alle tempie. Smetterai molto presto di fare click a raglio.

2. Si apre la stessa finestra a ripetizione e non riesco a fermarlo.
Soluzione: sposta quel pacco di fogli che hai appoggiato sul tasto Invio.

3. Se non tocco niente per cinque minuti, lo schermo diventa tutto nero.
Soluzione: è normale, è la celebre funzione "Work non-stop": devi evitare di fermarti per più di cinque minuti.

4. Mi ricompare lo stesso identico messaggio di errore anche dopo aver spento e riacceso il computer.
Soluzione: quello è il monitor. Il computer sta sotto la scrivania.

5. Se clicco sulla "X" in alto a destra, il programma di contabilità si chiude di brutto.
Soluzione: Hai già provato a uscire e poi a rientrare? Dal mondo del lavoro, intendo.

6. Word non mette la maiuscola dopo il punto.
Soluzione: perchè non fai come i tuoi padri, e i padri dei tuoi padri, e i padri dei padri dei padri fino a sette generazioni indietro, che le maiuscole le facevano con lo SHIFT?



7. Premo CTRL + SHIFT ma non succede niente.
Soluzione: ...

8. L'applicazione tal dei tali non si apre.
Soluzione: devi fare doppio click sull'icona.

9. Cos'è un'icona?
Risposta: ...

10. Mi crei la casella di posta
massimiliano.difrancescantonio@autocarrozzeriadifrancescantonio.it?
Risposta: No.

giovedì 8 aprile 2010

TEORIA DEL SONNO (UNA FORTE EMPATIA /3)









 

Se non volete che il gatto vi cammini addosso mentre dormite, bè , decidete di dormire in piedi!
G. W. Eskow


Non esiste alcun modo che consenta di scrivere sui gatti e di essere al tempo stesso ritenuti persone sensate ed assennate.
Bruce Fogle




 


 


 


 


 


Durante il giorno il mio letto accumula, come una batteria ricaricabile, quella giusta quantità di sonno che dovrebbe poi restituirmi di notte.


Peccato che, per la forte empatia che mi lega a loro etc. etc., i miei gatti amino dormire insieme a me. Specie Pancho, che mi si appoggia a una gamba, si accoccola e fa le fusa. La quantità di sopore che spetterebbe a me incomincia a scendere, perchè - si sa - il gatto è un grande consumatore di sonno.


Visto che non vuole essere da meno, si presenta anche Lulù e si addossa al fianco opposto. Il livello di sonno che il letto è in grado di offrirmi scende ancora, decide di scartare il carico più grosso (io) e soddisfa solo i due più piccoli. E dire che è matrimoniale. Ma c'era scritto anche sull'etichetta, quando l'ho comprato: "Portata max: 1 persona + 1 gatto adulto".  Ho sforato.


Me ne resto lì, con gli occhi aperti, tutto storto e immobile, finchè non decidono di uscire, come ci si aspetta che facciano i gatti di notte. Questo non accade mai prima delle 2. Ma a quel punto il letto è ormai scarico e non c'è più verso di tirar fuori un briciolo di sonno.


 

mercoledì 7 aprile 2010

IL BUCO CON IL BUCO INTORNO

Il buco è un'ottima metafora dell'esistente: l'Io non esiste davvero (Hofstadter), il mondo non è che rappresentazione (Schopenhauer) e simulacri (Epicuro prima, Klossowski poi). Il buco, però, deve pur essere delimitato da qualcosa. Possibile che sia definito da altri buchi? Difficile da concepire, ma non è peggio dell'ipercubo o di altre entità geometriche quadridimensionali; e anche l'iperBUCO potrebbe ispirare qualche movimento pittorico d'avanguardia.


In questo consesso degli assenti ci si crede tutti presenti, ma c'è chi si crede più presente di altri e fa i suoi porci comodi. Se prendessimo tutti atto di questa vacuità, forse la vita sarebbe migliore.


Un'altra buona metafora, di cui mi arrogo la paternità fino a eventuale reclamo documentato, tira in ballo addirittura il cristianesimo: Dio si è fatto uomo perché "da lassù" non può vedere cosa succede dentro la sua creazione. La coscienza (una) è un sistema chiuso, e l'identità personale non è che un suo effetto collaterale. L'infinità dell'universo: balle. La vita dopo la morte: balle. La vita prima della morte: balle. Il dentro e il fuori: balle. La molteplicità delle coscienze finite: un'illusione. L'unica vera istanza della morte è quella che ciascuno percepisce come la propria.


Si pone la solita questione dell' uovo e della gallina: è nato prima il mondo o la coscienza? Vediamo:


E' nato prima il mondo: ce lo insegnano a scuola, è la teoria di Darwin, Stephen Hawking e di chiunque altro voglia definirsi "scienziato" nel senso moderno del termine.


E' nata prima la coscienza, ed è nata ADESSO:
Il mondo è una sua produzione. Si inventa l'Io, il soggetto e l'oggetto, una miriade di istanze di sé, e non fa che rapportarsi circolarmente a se stessa.



Letture consigliate: Roberto Casati e Achille Varzi, Buchi e altre superficialità, Garzanti Libri 2002.
Sia chiaro: io non l'ho ancora letto, ma il titolo mi ha dato un buono spunto. Sono certo che parli di tutt'altro.


 


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Mi domando: se il gobbo si accorge che gli tocchi la gobba, porta fortuna lo stesso?
"Dai, non fare così, non è niente. Non è niente."