martedì 19 gennaio 2010

oscilloSCOPE /1

oscillo~COPE è la seconda rubrica che inauguro su questo blog (la prima era Aforismi).
Sono recensioni delle ultime uscite discografiche di musica elettronica, un progetto nato per una webzine musicale e poi - ahimè - naufragato.
Se le prime suonano poco attuali è perchè erano pronte già da un po'. Si comincia con i Bloody Beetroots.


RomboramaBloody Beetroots
ROMBORAMA
Universal Music Italy, 2009
 


L'evoluzione della dance passa per Bassano del Grappa. Bob Rifo e Tommy Tea vengono da lì, e non importa se fino all'altroieri suonavano il punk elettrico: ora suonano quello elettronico e i riconoscimenti, già dopo i primi EP dei due anni scorsi, non sono mancati. A cominciare da quel Mr. Oizo ampiamente citato nelle loro It's Better a DJ on 2 Turntables e Storm.
In Romborama non c'è un attimo di tregua o quasi. La copertina di Tanino Liberatore - un privilegio riservato a Zappa e pochi altri - rende benissimo l'atmosfera del disco: venti tracce di electro house urlata, irriverente, serratissima.
Eppure si distinguono senza troppa fatica alcune sottotrame: ai pezzi più genuinamente danzerecci (WARP 1.9, Theolonius, Yeyo, It's Better a DJ on 2 Turntables) se ne alternano altri - ugualmente tirati - con cori, organi distorti e giri di archi più o meno barocchi, più o meno sintetici (Have Mercy On Us, Little Stars, House N.84, Mother) che hanno radici diverse e sembrano svolgere un discorso a parte. Si azzardano pure due escursioni nel pop: la poco convincente 2nd Streets Have No Name e una meglio riuscita Make Me Blank, con venature dark alla Depeche Mode.
Little Stars è uno dei pochi momenti distesi di tutto l'album, e sarebbe una gradevole divagazione se non fosse per quegli stucchevoli "Jingle bells" sul finale. Regna la pace anche su Mother, degna di certe chiusure dei Chemical Brothers, che sarebbe stata un'ottima outro del disco. I Love the Bloody Beetroots non tradisce la consuetudine tutta elettronica di nominarsi nei testi, ma è un pezzettino trascurabile.
Divertente in WARP 1.9 la comparsata di Steve Aoki, patron della Dim Mak che li produce all’estero. E’ la stessa etichetta dei Motor, più monotoni ma certo più coerenti dei BB. Del resto non è facile far quadrare venti pezzi, specie se alcuni suonano già datati (due anni non sono pochi per una scena che cambia al ritmo di un genere nuovo ogni stagione).
Non mancano i richiami ai Daft Punk, dalla cassa in quattro alle maschere sui volti: da robot i francesi, da Spiderman i BB. Un travestimento azzeccato, visto che durante i loro live set si zompa senza sosta.
Si dice che i BB, come è già successo ai Crookers, siano destinati a fare più carriera all'estero che in patria. Peccato che, per fare colpo dalle nostre parti, ci sia stato bisogno di Come La cantata da Marracash e non inclusa nell’edizione internazionale del disco, unico pezzo in italiano che non aiuta certo a rendere più coerente il tutto.
Insomma, le contraddizioni non mancano, si sente che Romborama è più una raccolta di quanto fatto finora che un album pensato in partenza come tale. Lascia aperte molte strade, ma una cosa è certa: questi due sanno come farti alzare dalla sedia, e per noi orfani del breakbeat è una gran buona notizia.
 
TRACKLIST:
1.Romborama
2.Have Mercy On US
3.Storm
4.Awesome
5.Cornelius
6.It’s Better a DJ on 2 Turntables
7.Talkin’ In my Sleep
8.Second Streets Have No Name
9.Butter
10. Warp 1.9
11.Fucked From Above 1985
12.Theolonius (King Voodoo)
13.Yeyo
14.Little Stars
15.Warp 7.7
16.Make me Blank
17.House N* 84
18.Mother
19.I love the Bloody Beetroots
20.Anacletus
21.Come La feat. Marracash

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