domenica 6 febbraio 2011

DIMISSIONI DA TUTTI I BALCONI


Nel 2003 lo slogan era "Pace da tutti i balconi", con le bandiere arcobaleno che sventolavano dai condomini. Oggi lo slogan è "DIMETTITI!". Magari avesse lo stesso successo.












COSA SUCCEDE OGGI POMERIGGIO ALLE 15 AL SITO DEL GOVERNO?
Non saprei dire. Ho solo un indizio: "We do not forgive. We do not forget. Expect us."

venerdì 4 febbraio 2011

TU VUOLE LA MIA BOCCA


Per smettere di fumare ho fatto ricorso alla Temurah, ho trasformato "pusillanimità" in "atarassia" et voilà: svanita ogni dipendenza dalla nicotina. Quando si dice il potere delle parole.

Per festeggiare, esibizione live dei MiaZia all' Off di Modena il 17 febbraio alle ore 21, in apertura del concerto di Musica Per Bambini!



COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Ho la netta sensazione di essere l'unico in Italia a non ricevere soldi dal Presidente del Consiglio.


domenica 30 gennaio 2011

RIFLESSIONI INEDITE SUL DOPPIO /2


.. ma anche "INFINITA GRAZIA DELLE NON-ZIE".



Capita ancora che mi scambino per qualcun altro. L'ultima volta è successo in un bar piuttosto affollato. Sono seduto a un tavolino con alcuni amici e mi passa dietro questa vecchia impellicciata chiedendo mi fai passare nipotino mio? E accarezzandomi la nuca. Io la guardo e divento bordò dal terrore di non aver riconosciuto la cara zia. Ma in effetti proprio non la conosco, non è mia zia.

Quanta bella gioventù. Salutami la mamma, eh.

Io come un ebete, malgrado il buon proposito di dire SEMPRE a chi non risconosco che non l'ho riconosciuto, ho risposto con un laconico presenterò.



Vorrei dare un nome a questo fenomeno: "sindrome di Simone Cireneo", che è quel poveretto che fu costretto a portare la croce in cima al Golgota perché Gesù non ce la faceva. Secondo l'eretico Basilide, Simone fu scambiato per Cristo e crocifisso al posto suo. Non mi toccherà una sorte così infelice: ne ho contratto una forma leggera.

 

sabato 22 gennaio 2011

"NON SII TIMIDA"

"Non sii timida" lo dice Nicole Minetti (consigliere regionale della Lombardia, ex igienista dentale del premier, ex ballerina di Colorado Café) a un'amica che sta per portare alle ormai celebri serate del premier.

Passino le mignotte ad Arcore, passi il bunga-bunga, passino le telefonate in questura per liberare la nipote di Mubarak, passi tutto... MA ALMENO PARLARE IN ITALIANO, CAZZO!!! Poi fanno fare il test agli extracomunitari per il permesso di soggiorno.
Qui sopra, evidentemente, un fotomontaggio.

Silvio, non sii timido: dimettiti. Macché, neanche con le cannonate.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
"Pancho, non sii rompiscatole, non posso prenderti in braccio adesso."
"Miao."

martedì 11 gennaio 2011

METTETE DEI (MIRA)FIORI NEI VOSTRI CANNONI


Siamo arrivati a un tal grado di imbecillità da considerare il lavoro non solo come onorevole, ma persino come sacro, mentre non è che una triste necessità.

Remy de Gourmont, Pensieri inediti




M: Cosa volete da me? Prendetevi tutto, pigliatevi i miei quattrocentocinquantamila euro di stipendio, le mie stock option, i miei tre passaporti, prendete quello che vi pare ma non fatemi del male, vi prego! Non fatemi del male.

O: Vogliamo solo lavorare.

M: Eh?

O: LA-VO-RA-RE

M: Quindi niente riscatto, niente orecchio spedito a casa, niente ghigliottina...

O: Ci mancherebbe altro, vogliamo lavorare!

M: [E io chissà cosa pens...] Eeeehhh non so mica, bisogna vedere. Forse c'è qualcosa in Bangladesh...

O: Vogliamo un lavoro QUI!

M: Ok, ok, calma. Credete che sia facile? Una cosina ci sarebbe... Però dovreste rinunciare alla rappresentanza sindacale.

O: No problem.

M: E ad ammalarvi prima delle festività.

O: Si fa.

M: Dovreste fare il triplo di straordinari obbligatori.

O: Embè?

M: Allora diciamo anche... Lavorare sei giorni alla settimana con turni di 10 ore ciascuno.

O: Ce la possiamo fare.

M: Solo mezz'ora di pausa sulle otto ore.

O: Che vuoi che sia?

M: Wow, affare fatto. Da oggi lavorate per me.

O: EVVAI! Peppe, stappa la boccia di spumante dell'Ipercoop che festeggiamo!!
E accendi la TV, che sta per iniziare il Grande Fratello.

venerdì 31 dicembre 2010

WEB 2.0 -> 3.0

Ci sono in giro due film che raccontano progetti di successo avviati in Internet negli ultimi anni: The Social Network è la storia di Mark Zuckerberg, inventore di Facebook; Wikirebels è la storia di Julian Assange, inventore di WikiLeaks.
Ora, tra uno che - per ripicca verso la sua ex - crea un sito per far votare ai compagni di campus la ragazza più figa di Harvard, e un hacker con le contropalle che rivela le nefandezze compiute dagli americani in Iraq, è facile decidere quale sia la genesi più interessante. E, di conseguenza, il portale più utile.
Eppure il faccione di Zuckerberg campeggia sulla prima pagina del numero Person of the Year di Time. Cosa che la dice lunga sulla piega che sta prendendo il mondo.

Dal punto di vista informatico, nessuno di questi due fenomeni mediatici ha inventato niente: prima di Facebook c'era MySpace (creato da Anderson e DeWolfe), e il sistema Wiki su cui si basano Wikipedia, Wikileaks e qualche altro migliaio di siti, l'ha inventato Ward Cunningam. Forse Zuckerberg e Assange hanno fatto un uso inedito e (almeno in un caso) utile di questi strumenti.

Per fortuna, dopo la moda di comparire in quanti più social network ed esibire quanti più amici era possibile, è venuta la moda di scomparire del tutto. Per questo hanno inventato la Web 2.0 Suicide Machine, che in un colpo solo cancella il profilo da Facebook, Twitter, MySpace e LinkedIn. La lettera di diffida che hanno già ricevuto da Facebook è la prova migliore che il servizio funziona per davvero.
Gli slogan che passano nella home page sono fantastici:

"Tutta quella gente di cui in realtà non ti frega un granché!"
"Digli addio con dignità!"
"Vuoi incotrare di nuovo i tuoi vicini reali?"
"Torna alla vita reale, sbarazzati dei guardoni!"

Ho già detto in altre occasioni che non mi schifano tutti i social media: Anobii, ad esempio, mi piace e lo curo. Sarà che non ha la pretesa di creare o rinsaldare rapporti di amicizia (o presunti tali), ma di far conoscere libri.

Sono già partiti da un pezzo i ragionamenti sul Web 3.0 e devo dire che sono molto intriganti. Mi piacerebbe contribuire al dibattito: ho un'ideuzza per un "social network" filosofico (lo metto tra virgolette perché non è proprio il termine più appropriato a quello che ho in mente) che non assomiglia a niente di quanto fatto finora. Ma, come già successo per Aelia Laelia Crispis, ahimè non ho nessuna voglia di tradurlo in pratica. Neanche di provarci.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Penso che ci vorrebbe piuttosto un bel progetto di Realtà 3.0 (la 2.0 c'è già ed è la  realtà aumentata... che ridere!) Anche per quello avrei un'ideuzza...

domenica 5 dicembre 2010

GUARDARSI FUORI


Quando ci si interroga sul “Conosci te stesso” è facile cedere all’introspezione: quel guardarsi dentro autoreferenziale, strabico, capace di rivelare solo in parte la verità. E’ un ambito già ampiamente scandagliato dalle psicoterapie, ma persino certa scienza oggi riconosce che la coscienza non è tutta dentro di noi. Sempre che di "dentro" si possa parlare.


 


Dovremmo invece conciliare le apparenti diversità che ci si presentano a contatto con il mondo. Per riconoscermi devo guardarmi allo specchio. Ho bisogno di trovarmi negli altri e nelle cose. Non di qualcuno che mi aiuti a mettere insieme e interpretare i pezzi, gli eventi del passato, i comportamenti, bensì di azioni, rapporti che possano costituire la mia stessa identità, la possano integrare di nuovi elementi in armonia con quelli che già ci sono.


Occorre sacrificare l’io psicologicamente inteso in favore di un io allargato: la mia individualità non finisce con quello che per convenzione chiamo “me stesso” e credo di dover delimitare rispetto al resto del mondo. Io sono determinato innanzitutto da una rete di relazioni, quindi contemporaneamente soggetto e oggetto. Se questa presa di coscienza significa trascendere il sé, allora il ragionare filosofico dialettico permette di raggiungere questa trascendenza.


 


Il motto del tempio di Delfi non perde affatto di significato: ne acquista uno nuovo, specie se considerato nella sua interezza: “Uomo, conosci te stesso e conoscerai l’Universo e gli dei”. Anche se, per calzare meglio con quanto ho detto prima, andrebbe ribaltato: “Uomo, conosci l’Universo e conoscerai te stesso”.


 


Non è facile ESSERE filosofi e mettere in pratica questi propositi. Per ora ho capito solo che, per conoscersi meglio, occorre guardarsi fuori.