Siamo arrivati a un tal grado di imbecillità da considerare il lavoro non solo come onorevole, ma persino come sacro, mentre non è che una triste necessità.
Remy de Gourmont, Pensieri inediti
M: Cosa volete da me? Prendetevi tutto, pigliatevi i miei quattrocentocinquantamila euro di stipendio, le mie stock option, i miei tre passaporti, prendete quello che vi pare ma non fatemi del male, vi prego! Non fatemi del male.
O: Vogliamo solo lavorare.
M: Eh?
O: LA-VO-RA-RE
M: Quindi niente riscatto, niente orecchio spedito a casa, niente ghigliottina...
O: Ci mancherebbe altro, vogliamo lavorare!
M: [E io chissà cosa pens...] Eeeehhh non so mica, bisogna vedere. Forse c'è qualcosa in Bangladesh...
O: Vogliamo un lavoro QUI!
M: Ok, ok, calma. Credete che sia facile? Una cosina ci sarebbe... Però dovreste rinunciare alla rappresentanza sindacale.
O: No problem.
M: E ad ammalarvi prima delle festività.
O: Si fa.
M: Dovreste fare il triplo di straordinari obbligatori.
O: Embè?
M: Allora diciamo anche... Lavorare sei giorni alla settimana con turni di 10 ore ciascuno.
O: Ce la possiamo fare.
M: Solo mezz'ora di pausa sulle otto ore.
O: Che vuoi che sia?
M: Wow, affare fatto. Da oggi lavorate per me.
O: EVVAI! Peppe, stappa la boccia di spumante dell'Ipercoop che festeggiamo!!
E accendi la TV, che sta per iniziare il Grande Fratello.
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