domenica 11 maggio 2008

UNO DI TROPPO

"La sofferenza che si manifesta negli stati valetudinari è una conseguenza di questa imposizione di un’identità fittizia. Tutte le sofferenze risultano da questo conflitto tra la pluralità del corpo con le sue mille velleità pulsionali, e l’ostinazione interpretativa del senso cerebrale; è dal corpo, è dal sé che scaturiscono le forze creatrici, le valutazioni; è dalla loro inversione cerebrale che nascono gli spiriti mentali, a cominciare da un io volontario"
Klossowski 1969


Nel tentativo di superare il mio status di single, scopro Klossowski senza passare per Carmelo Bene, ed ecco derivata una buona indicazione: il problema non è la solitudine, anzi. Direi piuttosto che, anche in questa situazione, c'è già una persona di troppo. Vorrei essere meno che single, diciamo none-gle.


Certi ragionamenti sono pericolosi. Qualche giorno fa pensavo di appartenere all'universo interiore di un solipsista, dunque di esistere solo entro la portata dei suoi sensi. Impossibile determinare chi fosse questo soggetto, pensavo, perchè il cervello integra i momenti di non-esistenza con una continuità apparente. E' chiaro che questo mi portava dritto dritto tra le grinfie di Dio, e non ci voglio finire.


Per risolvere una volta per tutte le questioni sull'oggettivazione del mondo, le altre menti, il realismo e l'antirealismo, non basta creare un modello della realtà in cui certe domande NON HANNO SENSO? Magari questa estate ci provo.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Pancho raspa la lettiera

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