giovedì 11 luglio 2013

ERMENEUTICA DEL PRESENTE


Lumaca
Che siano sempre dei giovani a rivelare le magagne dei governi lascia ben sperare per il futuro di questo pianeta. Prima Bradley Manning per Wikileaks, ora Edward Snowden con il Datagate.
A cosa serve poi tutto questo ficcare il naso nelle comunicazioni altrui se non a saziare il voyeurismo dei dirigenti dei servizi segreti, visto che negli Stati Uniti qualche pazzo armato commette una strage ogni due per tre?

Sempre a proposito di futuro, volendo essere ottimisti potremmo interpretare l'odierno scontro tra chi vuol far ripartire l'economia e chi la vuole affossare ulteriormente (ad esempio chi in Italia vuole alzare l'IVA di un altro punto) come una guerra tra due visioni del mondo: una che vuole continuare a produrre e soprattutto creare bisogni fittizi perché la macchina continui a devastare; l'altra che si preoccupa del destino dell'uomo e vuole farci tornare alle cose essenziali.

Volendo essere ottimisti, possiamo osservare che da quando c'è la crisi si produce una percentuale rilevante di immondizia in meno, molta gente torna nelle campagne e si dedica all'agricoltura biologica, nascono movimenti per la decrescita serena sulle orme del pensiero di Serge Latouche.
E' vero che i suicidi non si contano, ma questo è segno di un'errata percezione del problema e della mancanza (o della scarsa diffusione) di strumenti utili a farci cambiare idea su quelle malsane abitudini che abbiamo maturato dal dopoguerra a oggi.

Dobbiamo continuare a ritrovarci in colonna in autostrada nelle torride giornate d'estate per finire incasellati stretti come galline da allevamento sotto file di ombrelloni con i palloni dei vicini che ci rimbalzano sulla pancia, o possiamo farne a meno? Dobbiamo per forza avere sempre l'ultimo aggeggio tecnologico che la pubblicità ci propina, o possiamo farci bastare quelli che abbiamo?

Il problema non è che le imprese chiudono e la gente rimane senza lavoro. Il problema è che abbiamo messo in piedi un sistema per cui se non si lavora non si può vivere. Dovremo pure fare qualcosa per cambiare questo andazzo, ma se non ci pensa la politica chi ci deve pensare?

Volendo essere pessimisti, a muovere i fili delle nostre vite è sempre l'interesse di pochi per i quali non contiamo niente, così come non conta niente l'esito globale delle loro scelte.

Ai posteri - che ci auguriamo comunque pacifici - il privilegio di capire con maggior chiarezza il nostro tempo.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Nello stereo: Daft Punk, Random Access Memories.
Un viaggio nella musica elettronica degli ultimi 30 anni, con divagazioni disco e funky. L'album che non ti aspetteresti dai Daft Punk.


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