Dov'è il vecchio Fiddler Jones violinista
che ha eseguito la sua vita per tutti i suoi novant'anni,
sfidando neve e pioggia a petto nudo,
bevendo, ribellandosi, che non gli importava nulla di una moglie,
né dei parenti, né dei soldi, né dell'amore, né del cielo?
Eccolo qui! che farfuglia del pesce fritto di un tempo,
delle corse dei cavalli di tanti anni fa a Clary's Grove,
di quello che una volte
Abe Lincoln disse a Springfield
Edgar Lee Masters, Antologia di Spoon River
A un anno dall'apertura di questo blog, dovrei dire - come si usa - "è tempo di bilanci". Ma ho ben pochi bilanci da fare. Gli scopi sono rimasti quelli di un anno fa: sfogarmi, costringermi a scrivere qualcosa. Solo la struttura è un po' più definita: una citazione, il testo, cosa succede mentre scrivo questo post. A volte un'immagine.
Ecco un compito che ci era stato dato al corso di scrittura.
Compito: Descrivete quello che per voi è il momento più bello della giornata.
Svolgimento: Non riesco a individuare un momento migliore di quello in cui me ne sto seduto sulla tazza, con un buon libro sulle ginocchia. Ma che la tazza sia quella di casa, si intende. Le ciambelle sono diverse, una volta che ci si è abituati alla propria, non è facile godere di altre. E non esistono due water
uguali. Io amo rilassarmi e leggere sulla MIA ciambella, specie ora che non devo cedere il posto a nessuno e posso prendermi tutto il tempo che voglio. Ancora meglio se il buon micio Pancho decide di farmi compagnia e mi delizia con il sottofondo delle sue fusa.
Ecco la mia
teoria: il prodotto della seduta è proporzionale al gradimento della lettura. Più mi soddisfa, più sarà perfetto, tornito e meno faticoso il risultato. Qualcuno a cui l'ho sottoposta mi ha annichilito – E' ben più probabile il contrario! Ovvero che la lettura ti soddisfi se l'intestino ha fatto il bravo.
Sarà, ma non mi piace rischiare. Cerco sempre di andare in seduta con romanzi di cui mi
fido. Mica posso rovinarmi il momento più bello della giornata. E se proprio va male, posso sempre utilizzare le pagine per qualcos'altro di utile.
Ad almeno dieci anni di distanza, ho rivisto "
Dove comincia la notte", un film del '91 di Maurizio Zaccaro, scritto e sceneggiato da Pupi Avati. Un noir psicologico bellissimo. "Dopo dieci anni" - ho pensato - "riuscirò a capire il finale, quella scena inquietante con l'apparecchio per i denti in primo piano sul tavolo della colazione". E invece niente, ancora
buio totale. C'è qualcuno che mi può dare una mano????
COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:Nello stereo:
Radiohead, Kid A