venerdì 13 dicembre 2013

GRAZIE BERNARD (DELLE CICALE, CI CALE /2)


Se penso a quante cose interessanti sono state scritte in inglese e mai tradotte in italiano, mi viene voglia di aprire una casa editrice solo per tradurre e pubblicare quello che vorrei leggere.

Una di queste cose è The Grasshopper di Bernard Suits, un testo del 1978 mai uscito in Italia. Racconta gli ultimi istanti di vita e il lascito morale della cicala della celebre favola di Esopo, quella in cui la formica rappresenta il comportamento virtuoso di chi lavora sodo per assicurarsi un futuro. La cicala, per contro, ha cantato tutta l'estate e non ha pensato a mettere da parte qualcosa. Il finale, con la formica che dice alla cicala "Hai cantato tutta l'estate? Adesso balla." è di una crudeltà esemplare.

Simile per struttura e contenuti al Critone di Platone, The Grasshopper ricorda molto anche l'Apologia di Socrate. Anche qui una creatura morente presenta le sue ragioni e giustifica la sua natura.

Ne riporto un brano tradotto al volo. La Cicala si rivolge a due formiche, Skepticus e Prudence, che sono diventate sue discepole. A Skepticus, come è facile intuire dal nome, non la si fa tanto facilmente.


"Ho tre risposte per ciò che hai detto, Skepticus, e temo di dovertele dire presto, perché il sole è calato e il gelo sta già avanzando attraverso i campi. Primo, evidentemente sono stata creata solo per giocarmi la vita e morire, e sarei una profana se andassi contro il mio destino. E' questo, se vi piace, l'aspetto teologico del mio caso. Ma, in secondo luogo, c'è una logica ineludibile quanto il fato o, se preferite, un fato ineludibile quanto la logica. L'unico argomento contro lo stile di vita della Cicala è il fatto chiaro a tutti che oggi uno muore se non lavora. La risposta a questo è che la mia morte è in ogni caso inevitabile. Perché se non sono previdente in estate, muoio in inverno. E se in estate sono previdente, per definizione non sono più la Cicala. Ma io in estate sarò lungimirante o non lo sarò; non esiste una terza via. Quindi, o muoio o non sono più la Cicala. Ma siccome io sono la Cicala - niente di più e niente di meno - morire e non essere più Cicala sono per me la stessa cosa. Non posso sfuggire a questa logica o a questo destino. E siccome io sono la Cicala e voi siete altro, ne segue che non siete costretti in questa logica. Come ho accennato prima, penso spesso di essere stata creata al solo scopo di morire per voi; per portare questa pesante ma inevitabile croce. Ma confesso che questo pensiero mi viene solo quando mi identifico in un proto-cristiano, o in un tardo-pagano. Altre volte (e questo mi porta alla terza e ultima delle risposte alle tue obiezioni, Skepticus) ho la strana sensazione che entrambi siate Cicale mascherate; in effetti, penso che ogni essere vivente sia in realtà una Cicala."
Udito questo, Prudence sussurrò a Skepticus: "La fine deve essere vicina; la mente sta iniziando a vagare per conto suo." Ma Skepticus fissò intensamente la loro amica e maestra, che riprese a parlare.
"Ammetto che suona come una balorda bizzarria", disse la Cicala, "e non sono certa di voler condividere i miei pensieri. Tuttavia, sono abituata a folleggiare con il pensiero, quindi andrò avanti, e poi farete delle mie parole ciò che vorrete. Voglio dirvi che ho da sempre un sogno ricorrente, in cui mi si rivela - anche se non saprei dire come - che ciascun vivente è in realtà impegnato in giochi elaborati, pur credendosi allo stesso tempo indaffarato in cose serie. I carpentieri, che si credono semplicemente immersi nei propri affari, stanno in realtà giocando un gioco, e lo stesso accade con i politici, i filosofi, gli amanti, gli assassini, i ladri e i santi. Qualsiasi occupazione o attività possiate pensare, non è altro che un gioco. Questa rivelazione è di certo sorprendente. Il seguito è terrificante. Perché nel sogno, a questo punto, vado a persuadere tutti coloro che incontro della grande verità che mi è stata rivelata. Come io riesca a farlo non lo so, eppure li convinco. Ma nel preciso istante in cui ciascuno è persuaso - e questa è la parte spaventosa - cessa di esistere. Non è solo che il mio ascoltatore scompare nella macchia, anche se in effetti lo fa. E' che so con assoluta certezza che non esiste più da nessuna parte. E' come se non fosse mai esistito. Sebbene atterrita dall'esito del mio insegnamento, non riesco a fermarmi, ma avvicino subito un'altra creatura con le mie novità, finché non le ho svelate all'intero universo e ho convertito tutti all'oblio. Infine, resto sola tra le stelle d'estate in totale disperazione. Quindi mi sveglio, felice di vedere che il mondo pullula ancora di creature senzienti, e che è stato solo un sogno. Vedo il carpentiere e il filosofo alle prese con i loro lavori come prima... Però mi domando: è davvero tutto come prima? Il carpentiere su quel tetto sta semplicemente martellando dei chiodi, o sta compiendo le mosse di un antico gioco di cui ha dimenticato le regole? Ma ora il gelo monta su per le zampe. Il sonno mi assale. Amici cari, addio."

Bernard Suits, The Grasshopper


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Mi tocca rivalutare le cavallette (Grasshopper in inglese è la cavalletta, la favola di Esopo viene tradotta come "The ant and the grasshopper", mentre in italiano è sempre stata "La cicala e la formica"), di cui ho sempre avuto il terrore.

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