ONTOLOGIA TRICOLOGICA

"Nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. Non più di quanto ci siano mai stati due capelli o due grani identici: la qualità più universale è la diversità."
Michel de Montaigne

"Meglio giornate inerti o dei capelli verdi?"
CCCP, Valium Tavor Serenase

 
Per il mio barbiere non sono il cliente ideale: lo pratico in extremis quando la sagoma della mia chioma è ormai diventata ingestibile. Solo allora (non più di due o tre volte l'anno) mi decido per un taglio drastico. Capita, dopo queste parziali trasformazioni, che qualche conoscente incontrandomi mi dica "Ti sei tagliato i capelli? Quasi non ti riconoscevo!". La cosa mi deprime. Dunque mi si riconosce dai capelli? Vuol dire che sto sbagliando qualcosa e che la strada per diventare me è ancora molto lunga.

Un giorno non so quanto lontano saranno altre qualità a rendermi riconoscibile, mentre la forma perderà definitivamente di rilevanza. Allora potrò presentarmi di volta in volta come capita, con i capelli lunghi o corti, alto o basso, smilzo o pingue, terrestre o marziano, cane o gatto, uomo o donna, e gli altri, vedendomi arrivare come sempre in ritardo, diranno senza battere ciglio: "Ecco Diego, possiamo incominciare". 

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Se tutti la pensassero così, una delle mie gaffe più memorabili diventerebbe il più grande complimento mai fatto a un'amica:

Lei: "Bè, non noti niente?"
La squadro da cima a fondo e no, non noto niente.
Io: "Ehm... Ti sei rifatta il bulbo?" (leggasi "sei stata dalla parrucchiera?")
Lei: "No"
Io: "Hai cambiato montatura degli occhiali?"
Sberla.
Lei: "Non li portavo gli occhiali!"
Io: "Ah."

Ehi, se non è un complimento questo! Stai calma, carina, stai calma! Se esisti davvero, ti autorizzo a pensarla come me, cioè a credere che io sia solo un prodotto della tua mente.
(Spiegherò prossimamente come anche quest'ultima frase possa essere presa per un complimento).

COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
Me la sto facendo addosso. Per questo chiudo un po' frettol