mercoledì 1 febbraio 2006

OSTAGGIO

"And so with gods and men
the sheep remain inside their pen
though many times they've seen the way to leave"
Genesis, Firth of Fifth



Come faceva spesso a intervalli irregolari, C. si scattò una polaroid che lo ritraeva a mezzo busto con un quotidiano in mano, la data in bella vista, ma come le altre volte non poté usarla per chiedere aiuto. La archiviò, ormai ne aveva un cassetto pieno.
Di nuovo l'avevano messo alla prova: gli avevano consegnato la chiave di una porta, spettava solo a lui decidere se aprirla oppure no.
"Non sono mai uscito fino ad ora, perchè dovrei farlo adesso?", pensava.
"E poi c'è davvero un'uscita oltre quella porta? Qui non si sta poi così male, è tutto così certo, così familiare. In fondo posso fare quello che voglio, sono... sì, certo sono LIBERO."
Qualcuno da fuori chiamava, ma C. teneva alla sua libertà più che ad ogni altra cosa. Come si chiama quella sindrome per cui si ama il proprio carceriere? Ecco, la libertà incarcerava C., e C. la adorava al punto che mai e poi mai l'avrebbe sacrificata per qualcos'altro.


Cosa succede mentre scrivo questo post:
Nello stereo: Einsturzende Neubauten, Fuenf auf der Nach Oben Offenen Richterskala

Nessun commento:

Posta un commento