domenica 30 gennaio 2011

RIFLESSIONI INEDITE SUL DOPPIO /2


.. ma anche "INFINITA GRAZIA DELLE NON-ZIE".



Capita ancora che mi scambino per qualcun altro. L'ultima volta è successo in un bar piuttosto affollato. Sono seduto a un tavolino con alcuni amici e mi passa dietro questa vecchia impellicciata chiedendo mi fai passare nipotino mio? E accarezzandomi la nuca. Io la guardo e divento bordò dal terrore di non aver riconosciuto la cara zia. Ma in effetti proprio non la conosco, non è mia zia.

Quanta bella gioventù. Salutami la mamma, eh.

Io come un ebete, malgrado il buon proposito di dire SEMPRE a chi non risconosco che non l'ho riconosciuto, ho risposto con un laconico presenterò.



Vorrei dare un nome a questo fenomeno: "sindrome di Simone Cireneo", che è quel poveretto che fu costretto a portare la croce in cima al Golgota perché Gesù non ce la faceva. Secondo l'eretico Basilide, Simone fu scambiato per Cristo e crocifisso al posto suo. Non mi toccherà una sorte così infelice: ne ho contratto una forma leggera.

 

sabato 22 gennaio 2011

"NON SII TIMIDA"

"Non sii timida" lo dice Nicole Minetti (consigliere regionale della Lombardia, ex igienista dentale del premier, ex ballerina di Colorado Café) a un'amica che sta per portare alle ormai celebri serate del premier.

Passino le mignotte ad Arcore, passi il bunga-bunga, passino le telefonate in questura per liberare la nipote di Mubarak, passi tutto... MA ALMENO PARLARE IN ITALIANO, CAZZO!!! Poi fanno fare il test agli extracomunitari per il permesso di soggiorno.
Qui sopra, evidentemente, un fotomontaggio.

Silvio, non sii timido: dimettiti. Macché, neanche con le cannonate.


COSA SUCCEDE MENTRE SCRIVO QUESTO POST:
"Pancho, non sii rompiscatole, non posso prenderti in braccio adesso."
"Miao."

martedì 11 gennaio 2011

METTETE DEI (MIRA)FIORI NEI VOSTRI CANNONI


Siamo arrivati a un tal grado di imbecillità da considerare il lavoro non solo come onorevole, ma persino come sacro, mentre non è che una triste necessità.

Remy de Gourmont, Pensieri inediti




M: Cosa volete da me? Prendetevi tutto, pigliatevi i miei quattrocentocinquantamila euro di stipendio, le mie stock option, i miei tre passaporti, prendete quello che vi pare ma non fatemi del male, vi prego! Non fatemi del male.

O: Vogliamo solo lavorare.

M: Eh?

O: LA-VO-RA-RE

M: Quindi niente riscatto, niente orecchio spedito a casa, niente ghigliottina...

O: Ci mancherebbe altro, vogliamo lavorare!

M: [E io chissà cosa pens...] Eeeehhh non so mica, bisogna vedere. Forse c'è qualcosa in Bangladesh...

O: Vogliamo un lavoro QUI!

M: Ok, ok, calma. Credete che sia facile? Una cosina ci sarebbe... Però dovreste rinunciare alla rappresentanza sindacale.

O: No problem.

M: E ad ammalarvi prima delle festività.

O: Si fa.

M: Dovreste fare il triplo di straordinari obbligatori.

O: Embè?

M: Allora diciamo anche... Lavorare sei giorni alla settimana con turni di 10 ore ciascuno.

O: Ce la possiamo fare.

M: Solo mezz'ora di pausa sulle otto ore.

O: Che vuoi che sia?

M: Wow, affare fatto. Da oggi lavorate per me.

O: EVVAI! Peppe, stappa la boccia di spumante dell'Ipercoop che festeggiamo!!
E accendi la TV, che sta per iniziare il Grande Fratello.